sábado, 2 de marzo de 2013

IL PARLATORE DI STORIE



IL PARLATORE DI STORIE

Autore: Giuseppe Isgró C.

Era un uomo maturo; si chiamava Jo. Era nato in Sicilia, aunque, adesso, lui si consideraba un cittadino del mondo.
Aveva vissuto in Sud América, da molto giovane; in quel nuovo mondo, conobbi una realtá trascendentale che le fornì di una visione universale della vita, la quale, per ogni mezzo, la comunicava a qualunque voleva ascottarlo.
Era un giorno d´autunno, in quel clima tropicale del Venezuela, si trovaba davanti alla spiaggia denominata “Playa Mansa”, nome que egli stesso le mise verso l´anno 1990, e che, poi, rimase cosí.
Jo stava riflettendo mentre aspettava delle persone che dovevano vedere un apartamento, in un palazzo, alle quale doveva asesorare disinteresatamente, dado che erano suoi clienti ed amici. Questa occasione le permise vedere come le persone che molte volte si crede siano di fiducia, se ne approfittano indovutamente. Dopo tutto, chi procede di questa maniera, non dura molto nel mestiere. Soltanto i veri professionisti che lavorano con etica, perdureranno a lunga data nel suo lavoro.
Dopo che il suo denaro l´hanno investito in un apartamento nuovo, con prezzo giusto, quella famiglia subì gli effetti della nostalgia. Avevano venduto, prima, la sua casa, dove la famiglia visse oltre quarantanni.
Certamente, dopo tanto tempo, un luogo resideziale si tranforma in commerciale, e la propietà acquista un valore maggiore, che, indubbiamente, le permette di andare a vivere in un posto di miglior livello.
Vuol dire, il maggiore valore comerciale permette acquistare un apartamento in luogo residenziale di miglior livello. A lungo tempo, pero, il valore comerciale della propietà avrà arrivato a rivalutazioni molto più importanti dell´altra modalità. 
Il figlio maggiore accettò di venderé a richiesta di tutta la famiglia, pero se ne accorgeva che lasciavano andare via  l´occasione per consolidare il futuro economico della mamma e delle sue sorelle. 
Jo ricordava il giorno in cui il suo amico Luigi lo portó a quella casa perchè i suoi padroni, a sua raccomandazione, gli dessero l´incarrico per venderla. Prima d´entrare, le disse a la padrona: -Signora, non venda la sua casa; si rivalorizarà moltìssimo e le conviene mantenerla, per tranformarla in un centro commerciale. 
Quasi due ore tentò Jo di convincere a la mamma ed a una delle figlie, senza riuscirvi. Andò vìa suggerendole di pensarlo prima di dare quel passo avanti.
Al giorno seguente, la figlia Flor de Nieve chiamò a Jo, e le disse: -Signor Jo, tutta la famiglia ha deciso di venderé. 
Jo, prepara subbito la procura e inizia il processo di vendita. Dopo due mesi non c´è, ancora, risposta del mercato, e dato che la documentazione non è in ordine, suggerisce sospendere la azione di vendita finchè non si completi, per non correré rischi.  
Accettata la suggerenza, la padrona di casa le dice a Jo: -“Lei venderà la nostra casa!”.
Non era facile prevederlo, per quanto Jo aveva in mente un lungo viaggio, e la attualizzazione dei documenti si pensaba che fosse compiuta a metà dell´anno seguente. Con tutto, con l´aiuto degli amici influenti, si avverrò molto rápidamente.
Due mesi prima della fine dell´anno, Flor de Nieve chiama a Jo e le dice: Avvocato, prepari la procura, vogliamo venderé subbito; fra quindici giorni avremo nelle nostre mani, la solvenza successorale. 
Jo rifà la procura, ed inizia, d´immediato, il proceso di vendita. Quindici giorni dopo la casa è venduta. Comunque, adesso cominciava un fase nuova ed insolita. 
La famiglia sperimenta un sentimento di attaccamento alla casa che non si corrispondeva con l´interesse iniziale per venderé, sopra tutto perchè Jo le suggerì di non venderé. 
Quel giorno, dopo avere firmato i papiri della vendita, il figlio maggiore le domanda a Jo: -Lei ha visto l´appartamento che acquistò mia sorella Flor de Nieve? Jo responde di no. E accorgendosene che quel uomo era pentito di venderé, le fa un analisi della realtà, in maniera obiettiva. Lui è cosciente di quello che dice Jo, e se ne va di viaggio alla città dove abita, distante cinque ore in macchina, a una delle più belle città del Venezuela: Puerto Ordaz.
La riflessione che fa Jo resulta di grande interesse per tutti. Lui sa che ogni persona è una depositaria di turno di tutto quello che arriva alle sue mani. Pero, giunge, anche, il momento in cui deve lasciare il deposito che se le confida, per passare alle nuove persone che lo sviluperrano in maniera più utile, tanto per loro come por la colletività.
Quell´attaccamento che i padroni avevano per la casa venduta, la quale eccedeva, adesso, i suoi bisogni, nell´ordine cósmico era giunto il momento perfetto di Dio d´essere transferita al nuovo padrone di turno que avrebbe sviluppato il suo potenziale per riempire le necessità del mercato. Questa decisione avviene per l´uso del libbero arbitrio, senza imposizione di nessuno, peri avviene per compimento d´un ciclo esistenciale.
Jo capiva bene che quella casa era destinata ai nuovi padroni da molto tempo prima per i reggitori còsmici, per un accordo preso a livello spirituale, fra le parti involucrati. Poi, questa gente ha pagato subbito, di maniera che i venditori potessero comperare, a sua volta, il nuovo apartamento, in contante.
Jo ha contribuito, con il suo impegno, a che fosse pagato il prezzo giusto ed in tempo record. 
La soddisfazzione di Jo fu quella d´essere ringraziato da Flor de Nieve per il suo effettivo lavoro, sebbene il giorno della firma nel ufficio immobiliare di Registro Pubblico si sentí rammaricato nel vedere tanti visi tristi, invece di sbozzare allegria. L´obbiettivo fu raggiunto in tempo record e con il minimo rischio; Jo era soddisfatto per quanto la sua missione era stata compiuta.
Jo rifletteva: -Cuando arriba il giorno in cui una propietà dev´essere transferita alla persona giusta non c´è niente che lo possa evitare. Una forza di spinta entra in scena, como se fosse una spinta divina, e supera tutti  gl´ostaccoli finche si raggiunga il risultato giusto e perfetto. 
In egual maniera, poco prima si avverra la forza di bloqueo, che mantiene ferma alla persona mentre non arriba il momento giusto per aggire. 
Questo ordine cósmico è il resultado della somma esistenziale che la persona va accumulando nel suo libro di vita, como saldo esistenziale, il quale lo ubica o riubica, nel posto giusto, compiendo i ruoli che corrispondono alla posizione raggiunta. 
Noi tutti siamo depositari delle cose poste alla nostra disposizione, ben sia che siano beni materiali oppure rapporti  affettuosi con delle persone.
La coscienza di questa percezione dette a Jo molta tranquillità, per quanto lui stesso fu utilizzato per l´ordine cósmico per compiere l´obbiettivo proposto. Era, anche, cosciente che in qualche luogo si incontrava la nuova propietà destinata a quella egregia famiglia. Così si avveró, in effetti.
Durante tutto il proceso Jo sentí una forza interiore non comune che le permise raggiungere la metta. Qualche ente spirituale esprimeva verso egli, una forza affettiva che lo spingeva al risultato spirituale. Capí, egli, che questo “ente” che diriggeva tutto dalla dimensione spirituale era qualcuno che aveva un grande amore alla famiglia venditrice. Era un effetto di inspirazione che attraverso suo dimostrava questo affecto. Egli lo sentiva, e dovuto al suo conoscimento delle facoltà spirituali dell´essere umano capí che questo affetto non era il suo verso quella gente; era, sicuramente, quello del marito della padrona di casa, e genitore di tre figli, e un nipote.
Fotunatamente, tutto terminó bene, con gli obbiettivi ragiunti. Questo caso permise a Jo derivare diversi apprendimenti che, senza dubbio, li ricordará sempre, per la sua impronta lasciata nel suo spirito.
Il primo ed il più importante aprendimento fu quello di compiere la sua missione senza involucrarsi affettivamente, mantenendo la distanza, di maniera di controllare la situazione. Una volta compiuto il ruolo delegato, si deve chiudere capitolo e passare a d´alto senza pensarci più. Certamente, resta       l´amicizia ch´è, sempre, un magnifico capitale ed il valore più importante nella vita.
Il secondo apprendimento, è quello che, in ogni caso, sempre si deve raccomandare il corso d´azione migliore, anche se questo va contro i propi interessi. Se i clienti seguono, o no, i propi consigli, non ha importaza; l´assesore resta con la coscienza tranquilla, lo quale non è poca cosa. 
Il terzo apprendimento è che, dal assesoramento nel acquisto del nuovo apartamento, in una delle visite fatte, Jo ritrovò un antico compagno di studi, che le incarricò la vendita di un suo apartamento, lo quale le rifornì d´un nuovo affarie commerciale. È una prova in più che chi da, sempre riceve accresciutamente. 
Molti dettagli, ancora, potrebbero citarsi, pero sono aprendimenti d´indole personale che non è il caso da citare  qui.

Avanti.

PRINCIPIO VITAL


PRINCIPIO VITAL
Autor: Allan Kardec
Versión castellana y comentarios exegéticos:
Giuseppe Isgró C.

Capítulo IV de: El Libro de los Espíritus

Seres orgánicos e inorgánicos. La Vida y la Desencarnación. Inteligencia e Instinto.

SERES ORGÁNICOS E INORGÁNICOS
Seres orgánicos son aquellos que tienen en sí mismos una fuerza de intima actividad, la cual le otorga la vida: nacen, crecen, se reproducen por sí mismos, concluyen el ciclo de vida y están provistos, para cumplir las diversas funciones de la vida, de órganos especiales, apropiados a las necesidades de su conservación: tales son los seres humanos, los animales y las plantas. Seres inorgánicos son todos aquellos que no tienen ni vitalidad, ni movimientos propios, y se forman por la simple agregación de la materia; tales son los minerales, el agua, el aire, etcétera.
1. La fuerza, que tiene unidos los elementos de la materia, es la misma tanto en los cuerpos orgánicos como en los orgánicos?
-“Sí, la ley de atracción es la misma para todos”-.
2. Existe alguna diferencia entre la materia de cuerpos orgánicos y  aquella de los inorgánicos?
-“Es siempre la misma materia; pero en los cuerpos orgánicos es animalizada”-.
3.  Cuál es la causa eficiente de la animalización de la materia?
-“Su unión con el principio vital”-.
4. Reside el principio vital en un agente particular, o no es más que una propiedad de la materia organizada? En otros términos, es un efecto, o una causa?
-“Lo uno y lo otro. La vida es un efecto producido por la acción de un agente sobre la materia; pero este agente, sin la materia no es la vida, como, paralelamente, la materia no puede vivir sin este agente, el cual confiere la vida a todos los seres, que lo absorben y se lo asimilan”-.
5. Hemos visto que el Espíritu y la materia son dos elementos constitutivos del universo. El principio vital sería, quizá, un tercero?
-“El principio vital es, ciertamente, un elemento necesario a la constitución del universo, pero no primitivo, por cuanto se origina en la materia universal modificada. Para vosotros es un elemento, como el oxigeno y el hidrógeno, los cuales todavía no son elementos primitivos, por cuanto provienen de otro principio”-.
Por lo tanto, la vitalidad no tiene su principio en un agente primitivo distinto, sino en una propiedad especial de la materia cósmica debida a ciertas modificaciones?
-“Esta es, ciertamente, la consecuencia de lo que hemos dicho”-.
6. El principio vital reside, de manera especial, en algunos de los cuerpos que nosotros conocemos?
-“Tiene su origen en el fluido universal, y es aquel mismo que vosotros llamáis fluido magnético, y fluido eléctrico animalizado. Sirve de intermediario, de anillo de conjunción entre el Espíritu y la materia”-.
7. El principio vital es siempre el mismo para todos los seres orgánicos?
-“Sí; modificado según la especie. Le confiere el movimiento y la actividad, y le permite distinguirse de la materia inerte; el movimiento de la materia no es la vida: por cuanto lo recibe, no lo da”-.
8. Es la vitalidad un atributo estable del agente vital, o más bien se desenvuelve por la acción de los órganos?
-“Ella se desenvuelve solamente con el cuerpo. No hemos dicho que este agente sin la materia no es la vida? Para producir esto es necesaria la unión de ambos”-.
Por lo tanto, la vitalidad está en estado latente cuando el agente vital no se encuentra unido al cuerpo?
-“Ciertamente es así”-.
El conjunto  de los órganos constituye una especie de mecanismo, que recibe el impulso de la actividad íntima o principio vital, que existe en ellos. El principio vital es la fuerza motriz de los cuerpos orgánicos. Al mismo tiempo que el agente vital le da el impulso a los órganos, la acción de los órganos mantiene y desenvuelve la actividad del agente vital, al igual que la frotación desarrolla el calor.  
LA VIDA Y LA DESENCARNACIÓN
9. Cuál es la causa del cese de la vida en los seres orgánicos?
-“El agotamiento de los órganos”-.
Es decir, podría compararse el cese de la vida a la descontinuación del movimiento en una maquina gastada?
-“Sí; si la maquina está mal montada, el resorte se rompe, y si el cuerpo carece de salud, la vida se va”-.
10. Por qué una lesión del corazón produce el cese de la vida física más que ningún otro órgano?
-“El corazón es, ciertamente, un mecanismo productor de vida, pero no el único órgano cuya lesión produzca la desencarnación; constituye una de las ruedas principales, pero no la rueda principal de la maquina humana”-.
11. Qué ocurre a la materia y al principio vital de los seres orgánicos al cese de la vida física?
-“La materia inerte se descompone, cuya esencia será el soporte de otra nueva; el principio vital regresa a la masa”-.
Cesada la ida del ser orgánico, los elementos de los cuales está formado se encuentran sujetos a nuevas combinaciones, que constituyen nuevos seres. Estos atraen de la fuente universal el principio de la vida y de la actividad, lo absorben y lo asimilan, para restituirlo a esta fuente, cuando cesa su ciclo de vida física.
Los órganos son, por así decirlo, impregnados de fluido vital. Éste comunica a todos las partes del organismo una actividad que obra, como en ciertas heridas, el reacercamiento, restableciendo las funciones momentáneamente suspendidas. Pero, donde los elementos esenciales a las funciones de los órganos son destruidos, o irremediablemente alterados, el fluido vital no puede transmitirle el movimiento de la vida, cesando la vida física del ser.
Los órganos reaccionan más o menos necesariamente los unos sobre los otros, y solamente de la armonía del conjunto resulta su acción recíproca. Cuando, entonces, una causa destruye esta armonía, sus funciones cesan a ejemplo del movimiento de una maquina, cuyas ruedas esenciales se hayan desajustado, como un reloj lo hace con el tiempo, o se daña por acción externa, obstaculizando que la fuerza motriz le ponga en movimiento.
Imagen todavía más exacta de la vida física y del cese de la misma, nos lo ofrece la maquina eléctrica. Ella esconde en sí misma, como todos los cuerpos de la naturaleza, la electricidad en el estado latente. Los fenómenos eléctricos no se manifiestan sino cuando el fluido sea puesto en actividad por una causa especial; y entonces, podría decirse que la maquina sea viviente. Cesada la causa de la actividad, lo hace, también, el fenómeno, regresando, la maquina, al estado de inercia. Los cuerpos orgánicos serían en cierto modo una especie de baterías o de maquinas eléctricas, en las cuales la actividad del fluido produce el fenómeno de la vida: el cese de esta actividad genera el de la vida física.
La cantidad de fluido vital no es la misma en todos los seres orgánicos: varía según la especie y no es nunca constante ni en el mismo individuo, ni en los de la misma especie. Algunos se encuentran saturados, otros tienen únicamente lo necesario; esta es la razón de que, en algunos, la vida es más activa, más tenaz y en cierto modo más exuberante.
La cantidad de fluido vital en cada ser se agota poco a poco, y puede resultar insuficiente para mantener la vida física, si no renueva con la absorción y la asimilación de las sustancias que la contengan.
El fluido vital se transmite de un ser a otro. Quien tenga de más puede darlo a quienes tienen de menos, y de esta manera reactivar la vida física, que se encontraba cercana a extinguirse.
INTELIGENCIA E INSTINTO
12. La inteligencia es un atributo del principio vital?
-“No; por cuanto las plantas viven y no piensan: tienen solamente la vida orgánica. Inteligencia y materia son independientes una de la otra, ya que un cuerpo puede vivir sin la inteligencia, y la inteligencia no tiene necesidad de los órganos materiales más que para manifestarse. Para rendir inteligente la materia animalizada es necesariamente el Espíritu”-.
La inteligencia es una facultad especial propia de algunas clases de seres orgánicos, a quienes, de una parte confiere la voluntad de actuar y la conciencia de su ser y de su individualidad, y de la otra los medios de ponerse en comunicación con el mundo externo y de proveer a sus necesidades.
Por lo cual, se pueden distinguir:
                 I.   Los seres inanimados o cuerpos brutos, formados exclusivamente de materia, sin vitalidad ni inteligencia.
              II.   Los seres animados no pensantes, formados de materia y dotados de vitalidad, pero privados de inteligencia.
            III.   Los seres animados pensantes, formados de materia, dotados de vitalidad, y, también, dotados de un principio inteligente, que le otorga la facultad de pensar.
COMENTARIO EXEGÉTICO GIC: Esta respuesta contiene dos vertientes que analizaremos: La primera, cuando dice que “las plantas no piensan”. Los experimentos de laboratorio de Cleve Baxter, al adaptarle un polígrafo, y realizar con ellas diversos experimentos, como por ejemplo, encargar a un joven, entre un grupo que entra al azar en una sala donde se encuentra una planta, a hacerle un determinado daño, y luego salir. Al volver a entrar, el grupo de jóvenes sin un orden establecido, en el instante en que lo hace aquel que le hizo daño, el polígrafo registra un gráfico que denota que la planta le reconoció, y se encuentra atemorizada. También, la planta reconoce cuando una persona, en su presencia, dice o no la verdad en respuestas a preguntas que se les formulan. La segunda, es cuando expresa: “Para rendir inteligente la materia animalizada es necesariamente el Espíritu”. Efectivamente, todos los seres, en los cuatro reinos naturales, poseen cuerpo, alma y Espíritu, por lo  cual, todos los seres, en los cuatros reinos naturales, incluyendo los minerales, piensan. La ley es una y rige todo de la misma manera, sin excepción. Es cuestión de tiempo que se demuestre este principio en todos los reinos naturales, como en efectos se está haciendo, incluyendo el reino mineral.
13. Cuál es la fuente de la inteligencia?
-“Lo hemos ya dicho: la inteligencia universal”-.
Se podría decir, que cada ser obtiene una porción de inteligencia de la fuente universal, y se la asimila, de misma manera en que lo hace el principio de la vida material?
-“No sería más que una comparación inexacta, por cuanto la inteligencia es una facultad propia de cada ser, de la cual se constituye la individualidad moral. Del resto, ya sabéis que existen cosas que no es dado al ser humano penetrar, y ésta, de momento, es una de esas”-.
14. El instinto es independiente de la inteligencia?
-“No del todo, por cuanto es una especie de inteligencia. El instinto es una inteligencia irracional, por medio de la cual todos los seres proveen a sus propias necesidades”-.
15. Se puede establecer un límite entre el instinto y la inteligencia, es decir, precisar donde termina el uno y comienza la otra?
-“No, por cuanto, frecuentemente se confunden; pero, en cambio, se pueden distinguir los actos que pertenecen al instinto de aquellos que pertenecen a la inteligencia”-.
16. Se puede afirmar que las facultades instintivas disminuyen con el crecer de las facultades intelectuales?
-“No. El instinto existe siempre, pero el ser humano lo descuida. El instinto, también él puede conducir al bien: nos guía siempre, y tal vez con mayor seguridad que la razón, ya que no puede equivocarse”-.
Por qué no es siempre guía infalible la razón?
-”Lo sería si no fuese falseada por la mala educación, por el orgullo y por el egoísmo. El instinto no razona; la razón, en cambio, deja la elección, y otorga al ser humano el libre albedrío”-.
El instinto es una inteligencia rudimentaria que difiere de la inteligencia propiamente dicha, porque sus manifestaciones son casi siempre espontáneas, mientras que las de la inteligencia son el resultado de una combinación y de un acto deliberado.
El instinto varía en sus manifestaciones según las especies y las necesidades de los seres. En aquellos que tienen la conciencia y la sensación de las cosas externas, se une a la inteligencia, es decir, al querer y a la liberarte.





jueves, 28 de febrero de 2013

CREACIÓN



CREACIÓN
Autor: Allan Kardec
Versión castellana y comentarios exegéticos:
Giuseppe Isgró C.

Capítulo III de El Libro de Los Espíritus

Formación de los Mundos. Formación de los seres vivientes.  Poblamiento de la Tierra: Adán. Diversidad de las Grupos Étnicos Pluralidad de los Mundos habitados. Consideraciones y Concordancias bíblicas en torno a la Creación.

FORMACIÓN DE LOS MUNDOS
El universo abraza todos los mundos que vemos, y aquellos infinitos que no vemos; todos los seres animados e inanimados, todos los astros, que se mueven en el espacio, y todos los fluidos que lo llenan.
1. El universo ha sido creado, o existe desde toda la eternidad como Dios?
-“Ciertamente no ha podido hacerse por sí mismo; y si existiría desde toda la eternidad como Dios, no podría ser la obra de Dios”-.
La razón nos enseña que el universo no pudo hacerse por sí mismo, y que no pudiendo ser la obra del acaso, debe ser la obra de Dios.
2. Cómo ha creado Dios el universo?
-“Con su voluntad omnipotente expresada por aquellas sublimes palabras de la Génesis: Dios dijo: Sea hecha la luz, y la luz fue hecha”.
3. Podemos nosotros conocer el proceso de la formación de los mundos?
-“Todo lo que se puede decir, y que vosotros podéis comprender, es que los mundos se forman por la condensación de la materia diseminada en el espacio”-.
COMENTARIO EXEGÉTICO GIC: La respuesta a esta pregunta contiene la clave esencial para descifrar el misterio de la creación de los mundos, cuando expresa: -“..los mundos se forman por la condensación de la materia diseminada en el espacio”. La materia es energía condensada. Quienes la condensan son los Espíritus  elementales de la naturaleza, al vibrar en determinada frecuencia. Cada uno de los elementos, conocidos y por conocer, está compuesto de Espíritu, alma y cuerpo. El Espíritu del hierro, por ejemplo, vibra a la tasa vibratoria del hierro y lo condensa, y así sucesivamente, ocurre con todos los demás elementos. Luego viene la combinación de los elementos, por ejemplo, dos moléculas de hidrógenos con una de oxígeno, forman el agua. Todas las vertientes y variantes en las respectivas combinaciones y aleaciones, dan diversas formas de materia orgánica e inorgánica. Luego, vienen las diversas especies de los distintos reinos naturales, además del mineral, ya mencionado.
Con una perspectiva universal de la vida, hoy sabemos que nos llega la luz de mundos que existieron hace millones de años, y que, dada la inmensa distancia que les separaba del planeta tierra nos sigue llegando su luz, lo cual indica que dichos mundos se formaron, se desarrollaron y se desintegraron. Al mismo tiempo, existen mundos en formación, descubiertos por la astronomía, lo cual índica que su  creación es un proceso constante, y por lo tanto, siendo la tierra un mundo más reciente, cuando se formó ya era un procedimiento desarrollado y puesto en práctica en millones de otros globos. Quién realiza la Creación de los mundos? Dios?
Dios, tal como lo hemos expuesto en anteriores comentarios exegéticos, sin dejar de ser Él, y sin separarse de Él, encarna en el alma universal como un ser individual, en los cuatro reinos naturales, tantas veces como fuere necesario, cada vez que se va a crear un mundo originario. El trabajo de Dios consiste en la emanación a la conciencia individual de tantos seres como fueren necesarios, y en la aplicación de la ley cósmica. Pero, el trabajo de la creación del mundo en particular le corresponde a los Espíritus de los cuatro reinos de la naturaleza bajo la dirección de los maestros de la Creación, que son los Espíritus muy evolucionados. Estos Espíritus avanzados, dada la eternidad pasada, habrán alcanzado niveles tan elevados de conciencia y progreso, que les permite que estén una eternidad por delante de quienes recién empiezan el proceso evolutivo. De acuerdo al nivel de progreso de una determinada familia espiritual, los maestros de la creación diseñan, con antelación, el mundo que habrá de ocupar dicha familia después de que termine el ciclo de vida del que ahora habitan. Será una nueva morada con otros niveles de estudios universales. Efectuado el plan del nuevo mundo, los Espíritus maestros de la creación ordenan a los Espíritus elementales de la naturaleza que condensen la energía cósmica en materia, cada uno de acuerdo con su índole, y luego, de efectuar las respectivas combinaciones y variantes a que hubiese lugar, de acuerdo a las leyes de la física, de la química, de la biología, etcétera. Cada quien, de acuerdo con el arte que domina, presta su concuerdo tanto en la creación del mundo como en su ulterior desarrollo. Allí vemos los diversos diseños en las especies vegetales y animales, para adaptarle a las funciones que les son inherentes. Es un trabajo de equipo, bajo la dirección de los maestros de la creación, y por la ley cósmica, regidos por el Creador universal, quien inspira, en la conciencia de cada quien, el conocimiento necesario y precisado en cada caso, por el lenguaje de los sentimientos de los valores universales, imprimiendo una fuerza de empuje y otra de bloqueo, para coordinar el esfuerzo de todo el conjunto, en un perfecto orden y armonía, regido todo por la ley de afinidad, la de justicia, la de igualdad, la de compensación y la de amor, como síntesis de la ley cósmica. 
4. Serían los cometas, como se cree hoy, un principio de condensación de la materia cósmica, y mundos en vía de formación?
-“Sí; pero guardaos de creer a la absurda influencia que a ellos le atribuye el vulgo, por cuanto no poseen ninguna otra fuera de la   que todos los cuerpos celestes tienen sobre ciertos fenómenos físicos”-.
5. Un mundo ya formado puede desaparecer, y la materia que lo compone expandirse de nuevo en el espacio?
-“Sí; Dios renueva los mundos como renueva los seres  vivientes”-.
6. Podemos, nosotros, conocer la duración de la formación de los mundos, por ejemplo, de la tierra?
-“No, por cuanto es conocida sólo por el Creador, e iluso sería quien pretendiese saberlo, o de conocer el número de siglos de esta formación”-.
FORMACIÓN DE LOS SERES VIVIENTES
7. Cuándo comenzó a ser poblada la tierra?
-”Al inicio, todo lo envolvía el caos: los elementos eran confusos; pero, poco a poco cada cosa tomó su lugar, y entonces aparecieron los seres vivientes apropiados al estado del globo”-.
8. De dónde provienen los seres vivientes de la tierra?
-“La tierra contenía los gérmenes, que esperaban el momento oportuno para desenvolverse. Los principios orgánicos se reunieron adecuadamente, tan pronto cesó la fuerza que los tenía segregados, y formaron los gérmenes de todos los seres vivientes. Los gérmenes quedaron en estado latente e inerte, como la crisálida y las semillas de las plantas, hasta el momento favorable al nacimiento de cada especie: entonces los seres de cada especie se conjugaron y se multiplicaron”-.
9. Dónde se encontraban los elementos orgánicos antes de que se formase la tierra?
-“Se encontraban, por decirlo así, en estado de fluido en el espacio, en medio a los Espíritus, o en otros planetas, esperando la creación de la tierra para comenzar una existencia nueva sobre un globo nuevo”-.
-La química nos muestra como las moléculas de los cuerpos orgánicos se unen para formar cristales de constante regularidad, según la especie, hasta encontrarse en las condiciones precisadas. Pero, por poco que falten estas condiciones, no es más posible la unión de los elementos, o por lo menos su disposición regular, que constituye el cristal. Y, por qué no sería lo mismo de los elementos orgánico? Nosotros conservamos, también por años, algunas semillas de plantas y de animales, que se desarrollan sólo a una determinada temperatura y en un ambiente propicio. Se han visto granos de trigo germinar después de varios siglos. Por lo cual, en estas semillas existe un principio latente de vitalidad, el cual para desenvolverse no espera más que una circunstancia favorable. Ahora, lo que sucede cada día bajo nuestra propia mirada, no pudo, quizá, suceder desde el origen del planeta? Tal formación de los seres vivientes, que salen del caos por la fuerza misma de la naturaleza, -disminuye, quizá, la grandeza de Dios? No, más bien responde mejor a la idea de su potencia, que se ejercita sobre infinitos mundos con leyes internas e inmutables. Esta teoría no resuelve, es verdad, la cuestión del origen de los elementos vitales; pero Dios tiene sus misterios, y ha puesto ciertos límites a nuestras investigaciones.
COMENTARIO EXEGÉTICO DE GIC: -Es verdad que Dios ha puesto ciertos límites a nuestras investigaciones?
 De ser cierto, -cuáles son?
 En primer lugar, potencialmente hablando, Dios no ha puesto límites de ninguna naturaleza, para nadie, excepto el de la evolución personal y los estados de conciencias inherentes, que por propio mérito se van desarrollando, en la espiral evolutiva, en el eterno presente.
 Ese y solamente ese es el único límite; es decir, podemos llegar hasta donde alcanzan nuestras propias fuerzas; empero, ellas son factibles de ser incrementadas por el propio desarrollo evolutivo, en forma gradual y constante.
En la medida en que se va alcanzando una visión más amplia de la realidad que nos circunda, podemos emprender investigaciones y tareas de mayores envergaduras.
 Evidentemente, existe un orden universal que es preciso seguir, siendo imposible saltar determinados grados, pero, lejos de ser un límite, implica una guía del orden que debe orientar nuestros trabajos.
La actitud correcta debe ser, siempre, la de rechazar cualquier imposición de límites de quien quiera que sea.
Si el Ser Universal ha dispuesto que, en el eterno presente, encontremos siempre un más allá de progreso, sin límites algunos, -por qué razón deberíamos aceptar ese tipo de imposiciones de quienes, en un momento dado, pudiesen tener motivos para inhibir una tendencia natural de los seres, aún en los cuatro reinos naturales, es decir, hacia el avance constante hasta donde alcance la infinita imaginación, que es la visión del espíritu.
De encontrar una barrera, es preciso, también, descubrir la manera de superarla, sin importar el tiempo que se pueda requerir ni el esfuerzo o trabajos necesarios a tales efectos.
 Todo es posible de lograr si tenemos la idea clara de lo que queremos y, paralelamente, se emprende la acción suficiente y sostenida en el tiempo, hasta alcanzar el grado de conocimiento o logro anhelado.
A través del progreso, el hombre ha encontrado la manera de ver más lejos inventando el telescopio. Con el microscopio, descubrió un mundo inmensamente pequeño, que escapa a simple vista. Se la ha ingeniado para idear aparatos que le permiten volar y desplazarse a lejanos lugares, a gran velocidad, que solamente unos pocos siglos antes eran apenas sueños en mentes prodigiosas como la de Leonardo Da Vinci. Se puede uno sentar frente a un ordenador y comunicarse en pocos segundos con un sinnúmero de personas, simultáneamente. Se podría enumerar una gran cantidad de otros instrumentos que han extendido en forma prodigiosa la inmensa capacidad de crear del ser humano, y nos asombraríamos todavía más si pudiésemos percibir lo que realizan cada uno de los entes respectivos en los cuatro reinos naturales, incluyendo el mineral.
Aprenderemos a viajar, también, en proyección espiritual, a la velocidad del pensamiento, por el inmenso universo, y percatarnos de lo que existe allí? Muchas pruebas al respecto demuestran que en un día no muy lejano, en cuanto el factor moral alcance el nivel de madurez óptimo, eso será una realidad al alcance de todos, sin excepción.
El ser humano ha descubierto, también, que cuando su capacidad de razonamiento, utilizando la lógica inductiva y deductiva, alcanza al límite de sus posibilidades, se activan las facultades de la intuición y de la inspiración, entrando con una fuente de sabiduría que le permiten percibir lo que apenas unos minutos antes le era desconocido. Dónde se encontraba ese conocimiento?
El ser humano, también, ha observado que, interiorizándose,  entra en conexión divina con el Ser Universal, en una práctica de espiritualidad directa, sin intermediarios, y se transforma en un instrumento activo de su voluntad, fluyendo en su conciencia la sabiduría expresada mediante el lenguaje de los sentimientos de los valores universales, guía infalible en la práctica de todas las virtudes.
De igual manera, ha efectuado un asombroso descubrimiento: el de que posee un poder potencialmente infinito que se expresa en el mismo grado en que va afrontando situaciones para resolver u objetivos por realizar.
Sin importar cuan elevada pueda ser la dificultad encerrada en la situación por resolver o el objetivo por lograr, en cualquier orden, desde una minúscula bagatela familiar hasta un viaje espacial, el ser humano va expresando el poder creador suficiente para alcanzar el respectivo logro, oportunamente.
El ser humano ha efectuado, ya, otro de los grandes descubrimientos trascendentales, como es el de que posee un espíritu eterno e inmortal, que vivirá en una infinidad de ciclos de vidas, en éste y en incontables mundos del universo, en el eterno presente, donde siempre encontrará un más allá de progreso, de sabiduría y de poder creador.
Finalmente, en la medida en que profundiza en el potencialmente infinito poder creador del cual dispone y en el conocimiento más íntimo de sí mismo, percibe que él es el caminante y el camino que conduce a la fuente, en una espiral evolutiva infinita, y a un determinado momento, descubre también, que él es la fuente, formando una unidad perfecta e indisoluble con el SER UNIVERSAL, del cual ha emanado –en el instante preciso- a la conciencia del Ser Individual. Si los hijos de los gatos, son también gatos, los seres humanos, como emanación de la DIVINIDAD, -qué son? Y, el espíritu del gato, -no es, también, una emanación de la Divinidad?
No deja de ser asombroso que tantos seres que forman una UNIDAD perfecta e indisoluble con la DIVINIDAD y las bondades inherentes que eso implica, mantengan el interruptor de la luz de la conciencia apagado, cuando con un simple toque transformarían la noche oscura en un dorado amanecer. Es preciso VIVIR EN CONEXIÓN ESPIRITUAL CON EL SER UNIVERSAL, sin intermediarios, transformándose en un activo instrumento de su voluntad divina.
A Kabir le resultaba inconcebible que en el mar los peces tuvieran sed.
En un universo lleno de abundancia para todos, pensado en grande por el SER UNIVERSAL, con un plan divino de vida para cada quien, -por qué no abrir los ojos y así descubrir las inmensas riquezas al alcance de las propias manos, mediante el SERVICIO, asumiendo la respectiva cuota en la realización de la gran obra?
Escuchar la voz de la conciencia permite descubrir la propia identidad, por cuanto ella es una réplica de la del Creador, y en ella se expresa ÉL mediante el lenguaje de los sentimientos de los valores universales. Allí reside la sabiduría y el poder potencialmente infinito, que permiten el usufructo de la riqueza integral que espera por cada quien, aquí y ahora, en el eterno presente.
10. Existen, todavía, seres que nacen espontáneamente?
-“Sí, pero el embrión primitivo existía ya en estado latente. Vosotros sois, todos los días, testigos de éste fenómeno. Los tejidos orgánicos de los seres humanos y de los animales no encierran, quizá, los gérmenes de una multitud de gusanos que esperan para manifestarse la fermentación putrefacta necesaria a su existencia? Es un pequeño mundo que dormita y que se crea.
11. La especie humana se encontraba ya entre los elementos orgánicos contenidos en globo terrestre?
-“Sí, y emergió a su tiempo, lo cual ha hecho decir que el ser humano había sido formado con el barro de la tierra”-.
12. Podemos conocer la época de la aparición del ser humano y la de los demás seres vivientes sobre la tierra?
-“No; todos vuestros cálculos son quimeras”-.
13. Si el embrión de la especie humana se encuentra entre los elementos orgánicos del globo, -por qué no se forman, también ahora, espontáneamente, seres humanos como en su origen?
-“El principio de las cosas se encuentra en los secretos de Dios; todavía se puede suponer que los seres humanos, dispersos que fueron sobre la tierra, hayan absorbido en sí mismos los elementos necesarios a su formación, para transmitirlos según las leyes de la reproducción. Y asimismo puede decirse de las demás especies de seres vivientes”-.
POBLAMIENTO DE LA TIERRA. ADÁN.
14. La especie humana tuvo principio con un solo ser?
-“No. Aquel que vosotros llamáis Adán, no fue ni el primero ni el único ser que pobló la tierra”-.
15. En que época vivió Adán?
-“A un día de aquella que le asignáis: alrededor de 4.000 años antes de nuestra era”-.
El hombre, de quien bajo el nombre de Adán se ha conservado la tradición, fue uno de aquellos que en un país sobrevivió a alguno de los grandes cataclismos que en diversas épocas han afectado la superficie del globo, y se ha convertido el prototipo de un grupo étnico que hoy puebla el planeta. Las leyes de la naturaleza no nos permiten creer que los progresos de la humanidad ocurridos mucho antes de nuestra era, hayan podido realizarse en pocos siglos, si el hombre no estuviese sobre la tierra sino desde la época asignada a la existencia de Adán. Algunos, y con mayor razón, consideran a Adán como un mito o alegoría que personifica la primera edad del mundo.
DIVERSIDAD DE LOS GRUPOS ÉTNICOS
16.  De dónde se originan las diferencias físicas y morales que distinguen los variados grupos étnicos sobre la tierra?
-“Del clima, del género de vida y de las costumbres. Igualmente ocurre con dos hijos de la misma madre, los cuales, educados lejos uno del otro y en modo diferente, no se asemejan para nada en el carácter moral”-.
17. Los seres humanos aparecieron contemporáneamente sobre diversos lugares del globo terráqueo?
-“Sí, y en épocas diversas, de lo cual proviene, también, la variedad de los grupos étnicos. Más tarde, dispersándose debajo de diferentes climas, y mezclándose los grupos étnicos  unos con otros, han formado nuevos tipos”-.
Estas variantes constituyen especies distintas?
-“No, por cuanto todas son de la misma familia: las tantas variedades de un mismo fruto, le impiden, acaso, de pertenecer a la misma especie?”-.
18. Si la especie humana no procede de un solo origen, deben los seres humanos continuar a considerarse como hermanos? 
-“Todos los seres humanos son hermanos en Dios, por cuanto están animados por el Espíritu y tienden al mismo fin. Vosotros queréis tomar, siempre, las palabras literalmente”-.
PLURALIDAD DE MUNDOS HABITADOS
19. Los globos, que se mueven en el espacio, están todos habitados?
-“Sí, y el ser humano de la tierra está lejos de ser, como cree, el primero en inteligencia, en bondad y en perfección. Nada menos, existen personas que se creen grandes, y piensan que sólo este pequeñísimo globo tiene el privilegio de albergar seres con uso de razón. Orgullo y vanidad! Estiman que Dios ha creado el universo únicamente para ellos”-.
Dios ha poblado los mundos de seres vivientes, los cuales concurren todos al intento final de la Providencia. El creer los seres vivientes limitados al solo punto que habitamos nosotros en el universo, sería poner en duda la sabiduría de Dios, quien no ha hecho nada inútil, y por ende ha debido asignar a los mundos una función más grande que el recrearnos la vista. Por otra parte nada, no en la posición, no en el volumen, no en la constitución física de la tierra, puede razonablemente hacer creer que ella sola tenga el privilegio de ser habitada, a exclusión de miles de mundos similares.
20. La constitución de los diferentes globos es la misma en todos?
-“No: en cada uno es diferente”-.
21. Por cuanto la constitución física de los mundos no es idéntica para todos, los seres, que los habitan, -tienen una organización diferente?
-“Sin duda, igual que en vuestro escenario los peces viven en el agua y los pájaros en el aire”-.
22. Los mundos más lejanos del sol, -están, quizás, privados de luz y de calor, por cuanto el gran astro no tiene para ellos sino la apariencia de una estrella?
-“Creéis, vosotros, que no existen otras fuentes de luz y de calor fuera del sol? No contáis para nada la electricidad que en ciertos mundos tiene una función miles de veces más importante que sobre la tierra? Del resto, quién os dice que todos los seres sean de vuestra misma forma y con órganos conformados como los vuestros?”-.
Las condiciones de existencia de los seres que habitan los variados mundos, deben ser apropiados al medio, en el cual son llamados a vivir. Si no hubiésemos jamás visto peces, no podríamos comprender que existan seres capaces de vivir en el agua. Lo mismo ocurre en los otros mundos, los cuales sin duda tienen elementos que nos son ignotos. No vemos, nosotros, sobre la tierra las largas noches de los polos iluminadas por la electricidad de las auroras polares? Cuál es la imposibilidad de que, en algunos mundos, la electricidad sea más abundante que en la tierra, y tenga una acción general cuyos efectos aún nos sean incomprensibles? En consecuencia, aquellos mundos pueden llevar en sí mismos las fuentes de calor y de luz necesarias a sus habitantes.
CONSIDERACIONES Y CONCORDANCIAS BÍBLICAS EN TORNO A LA CREACIÓN
23. Los pueblos se han formado ideas contradictorias en torno a la creación, según el grado de su instrucción. La razón, con la ayuda de la ciencia, ha reconocido la inverosimilitud de muchas teorías. La que han dado los Espíritus confirma la opinión por largo tiempo aceptada por los seres más ilustrados.
La objeción, que puede hacerse a esta teoría, es que contradice el texto  de los libros sagrados; empero, un ponderado examen demuestra como esta contradicción sea más aparente que real, resultando de la interpretación literal de frases que tienen a lo sumo un significado alegórico.
La cuestión sobre el origen de la humanidad, que, según la Biblia, se hace resalir a Adán, como a una única fuente, no es la sola entre las creencias religiosas, a la cual la ciencia nos ha obligado a renunciar. También el movimiento de la tierra pareció en otros tiempos tan contrario al texto bíblico, siendo objeto de grandes persecuciones los doctos que lo afirmaban. Empero, la verdad termina, siempre, por triunfar; la tierra gira a despecho de las excomuniones, y hoy nadie podría poner en duda este movimiento, sin ofender la razón.
Se afirma, también, en la Biblia, que el mundo fue creado en seis días, y se establece la época alrededor de 4.000 años antes de nuestra era. Anteriormente, la tierra no existía: el texto afirma claramente que ella fue creada de la nada; empero, la ciencia positiva, la ciencia de las inexorables deducciones, ha probado lo contrario. La formación del planeta tierra está escrita con caracteres imborrables en el mundo fósil, y está probado que los seis días de la Creación son otros tantos períodos, cada uno de los cuales con la duración de centenares de miles de años.  Y esto no es ya un sistema, una doctrina, una opinión aislada; sino un hecho innegable como aquel del movimiento de la tierra, que la teología no puede dejar de admitir. Estos ejemplos son suficientes para demostrar  en cuantos errores es fácil caer cuando se toman a la letra las expresiones de un lenguaje con frecuencia figurado. Es preciso, quizá, deducir que la Biblia enseña lo falso? No; más bien las personas se han engañado al interpretarla.
La ciencia, escudriñando en las vísceras de la tierra, ha reconocido el orden en el cual los variados seres vivientes han aparecido sobre su superficie, y este orden concuerda con el indicado en la Génesis, con la sola diferencia de que la obra, en vez de haber salido milagrosamente de las manos de Dios en pocas horas, se cumplió, siempre por efecto de su voluntad, pero según la ley de las fuerzas de la naturaleza, en muchos millones de años. Sería por esto, Dios, menos grande y poderoso? Su obra es menos sublime, por cuanto no tiene el mérito de la instantaneidad? No ciertamente: tendría de la Divinidad una idea muy mezquina quien no reconociese la omnipotencia de Dios en sus leyes eternas que Él ha establecido para gobernar los mundos. La ciencia, lejos de empequeñecer la obra de Dios, nos la muestra debajo de un aspecto más grandioso  y más conforme a nuestras nociones de su potencia y de su majestad, por cuanto esta obra se ha cumplido sin derogar las leyes de la naturaleza.
La ciencia, de acuerdo con esto con Moisés, reconoce el ser humano como el último en ser creado en la escala de los seres vivientes: empero Moisés pone el diluvio en el año del mundo 1654, mientras la geología nos enseña que el gran cataclismo fue anterior a la aparición del hombre, por cuanto, hasta hoy, no se ha podido descubrir, en los estratos primitivos, algún vestigio de la presencia ni de él, ni de animales de su misma categoría del lado físico. Esto, empero, no prueba la imposibilidad de la cosa, en cambio varios descubrimientos lo han puesto ya en duda. Es posible, que de un momento a otro se obtenga la certeza material de esta anterioridad de la raza humana y entonces se deberá reconocer, que también sobre esto, como sobre otros puntos, el texto bíblico es figurado. El meollo de la cuestión está en saber si el cataclismo geológico es el mismo del de Noé. Ahora, la duración necesaria a la formación de los estratos fósiles no permite confundirlos, y, encontrar que si hubiese restos de la existencia del hombre antes de la gran catástrofe, quedará demostrado, o que Adán no fue el primer hombre, o que la creación de él se pierde en la noche de los tiempos. En contra de la evidencia no valen razonamientos, y será necesario aceptar este hecho, al igual que el movimiento de la tierra y los seis períodos de la Creación.
La existencia del hombre antes del diluvio geológico es cosa todavía hipotética; empero hipótesis no es cuanto sigue: Admitiendo que el hombre haya aparecido por primera vez sobre la tierra 4000 años antes de nuestra era, si 1654 años después, toda la raza humana ha sido destruida, excepto una sola familia, resulta que el doblamiento de la tierra no data sino de Noé, vale decir desde hace 2.346 antes de nuestra era. Empero, cuando los hebreos emigraron a Egipto en el siglo XVIII -antes de nuestra era-, encontraron este pueblo muy poblado, y ya antes de su civilización. La historia, por otra parte, demuestra que en aquella época las India y otros países eran igualmente florecientes, al silencio de la cronología de algunos pueblos que remontan a épocas de mucho más remotas. Sería, por lo tanto, necesario que del siglo  XXIV al XVII, es decir, en el espacio de 6.000 años, no solamente la posteridad de un solo hombre hubiese poblado las inmensas regiones entonces conocidas, aún admitiendo que las otras no hubiesen existido, sino que en el breve intervalo de tiempo, la humanidad se hubiese elevado de la ignorancia absoluta del estado primitivo al más elevado grado del desarrollo intelectual, lo cual es contrario a todas las leyes de la antropología.
Si se agrega que, a confirmar esta opinión concurre válidamente la diversidad de los grupos étnicos. El clima y las costumbres producen, ciertamente, modificaciones en el carácter físico; pero sabemos hasta donde puede alcanzar la fuerza de estas causas, y el examen fisiológico prueba  que en algunos grupos étnicos existen diferencias constitucionales mucho más profundas de las que puede producir el clima. El cruce de los grupos étnicos produce  los tipos intermedios, y tiende a cancelar, más que resaltar, los caracteres extremos: crea solamente algunas variedades. Empero, en cada caso, por cuanto fuese posible el cruce de los grupos étnicos, era necesario que existiesen grupos étnicos diferentes, y, -cómo explicar la existencia, si se le da un origen común, especialmente poco antiguo? Cómo admitir que en un dado número de cientos de años algunos descendientes de Noé se hayan transformado al punto de producir, por ejemplo, la raza etiópica? Una tal transformación es tanto inadmisible cuanto la hipótesis de un origen común entre un lobo y un cordero, entre el elefante y la pulga, entre el pájaro y el pez. Es preciso decirlo: nada puede prevalecer en contra de la evidencia de los hechos. Todo, en cambio, se explica, admitiendo la existencia del hombre antes de la época que comúnmente se le asigna, reconociendo la diversidad de los orígenes; aceptando a Adán, que habría existido hace 6.000 años, cual poblador de una región todavía deshabitada; viendo el diluvio de Noé como una catástrofe parcial confundida con el cataclismo geológico; teniendo en cuenta, en fin, la forma alegórica propia del estilo oriental, y que se encuentra en los libros sagrados de todos los pueblos. Está claro, por lo tanto, que es poco prudente el juzgar con ligereza, y así señalar como falsas algunas doctrinas, las cuales, como tantas otras, pueden dar, antes o después, un desmentido solemne a quienes las combaten. Las ideas espirituales, antes que perder, conquistan fuerzas y grandeza caminando paralelamente con la ciencia. Es éste el único medio para no mostrar al escepticismo el lado vulnerable.
  

EL ENCUENTRO EN LA VICTORIA



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UN ENCUENTRO EN LA VICTORIA

Autor: ©Giuseppe Isgró C.

Del libro: La Victoria

Capítulo I

Me encontraba un día, en una fuente de aguas tranquilas, cristalinas, cuando se me acercó un Venerable hombre, vestido a la antigua usanza, con bata blanca, larga, pelo y barba que alguna vez fueron de color pelirrojo y un báculo en la mano derecha.

Concentró sus ojos en los míos; su mirada era profunda, serena y apacible.

Con voz suave y afectiva, me dijo:

-“Hola, hijo, como estás”-.

–Bien, -le contesté-; y, ¿usted?

–Por aquí andamos; -fue su respuesta-, mientras me sonreía.

-¿Dónde estamos?, -le pregunté al Venerable hombre-.

-Este sitio es conocido como La Victoria; -me contestó-. –¿Qué haces por estos lados?

-Salí esta mañana, temprano, con el coche, a dar un paseo; luego, al llegar a esta zona, me paré a contemplar la belleza de los araguaneyes y decidí caminar un poco y la verdad que, absorto en mis reflexiones, caminé por lo menos durante dos horas, hasta llegar aquí. Desconocía este hermoso lugar. Y, usted, -¿vive por aquí cerca? -le pregunté-.

Un poco más arriba, en esa colina boscosa. Hace algunos años, -relata el Venerable hombre- decidí retirarme de la agitada vida ejecutiva en que me desenvolvía profesionalmente, como abogado, en la ciudad de Quebec, Canadá, aunque he viajado por diversos países asesorando a incontables líderes. Construí la casa, en esta zona tropical, con la idea de pasar aquí los meses de invierno. Me dedico al estudio de la vida, a la meditación y a cultivar mi jardín y de vez en cuando, a escribir mis reflexiones, las cuales, algún día, habrán de ser publicadas para esparcir un poco la luz que he podido vislumbrar en mis estudios metafísicos-espirituales.

-¿Quieres tomar un café? –Me preguntó el Venerable hombre-. Lo he traído de Caripe El Guácharo; es de los más exquisitos que he probado.

-Sí, con gusto se lo acepto; -le contesté-.

Nos fuimos caminando por un sendero rodeado de árboles cargados de mangos, aguacates, naranjas y una hilera de cayenas de diversos colores. A lo lejos, el ruido de la brisa se oía apaciblemente. Todo era quietud, armonía y paz. Pero, sobre todo, lo que más me impresionaba era la apacibilidad y el sosiego del Venerable hombre de La Victoria. Emanaba de él un flujo de fuerza que, en su presencia, me sentía con un poder y una seguridad nunca antes experimentados. Fuerzas bienhechoras se iban apoderando de mí y aquella paz y relax que buscaba en la mañana, al salir a dar un paseo, sin percatarme de ello, las estaba experimentando ya.

Después de unos quince minutos de caminar, llegamos a la casa del Venerable hombre. Su aspecto exterior humilde estaba lejos de dejar entrever lo que segundos después habría de asombrarme con lo que encontré en el interior.

Al entrar, en la casa, una joven de unos veinte años saludó al Venerable hombre.

-¡Hola, abuelo!, ¿cómo estás?

–Bien, hija, -contestó el Venerable hombre-. -Prepara un poco de café, Lucía, mientras conversamos un poco, adentro.

-Por cierto, te presento a Santiago, quien ha llegado paseando hasta La Victoria.

Después de la presentación, entramos en la biblioteca del Venerable hombre. Un salón grande, lleno de estantes de libros por todas partes, lo cual hacía inimaginable dicho cuadro desde el exterior. Algunos cuadros al óleo de morichales y de personajes históricos, presentaban un ambiente acogedor. En un rincón se encontraban diversos retratos de Tagore, Gandhi, Cicerón, Séneca, Ibn Arabi y un dibujo de Don Quijote y Sancho Panza. En un pequeño cuadro, podía leerse: -“Lo que Alá quiera. Nada se le asemeja”-.

-Le felicito por este inmenso tesoro que usted tiene aquí, -le dije al Venerable hombre-. -¿Cuáles son los temas de su interés?

A lo cual, me contestó: -Como usted puede ver, Santiago, -y me invitó a recorrer los estantes- aquí hay libros de variados temas: clásicos de todos los países y épocas, desde los Vedas, los Upanishads, el Mahabaratha, los libros de Confucio, El Tao te King, de Lao Tse, el Poema de Gilgamesh, el Código de Amurabí, autores griegos, como Homero y Hesiodo. Se encuentran las obras completas de Euclides, Platón, Aristóteles, Teofrasto, Demetrio de Falereo, de los Presocráticos, Epicteto, Plutarco, etcétera; de los latinos, autores como Séneca, Cicerón, -que son mis preferidos-, Julio César, Tito Livio, Dionisio de Halicarnaso, Marco Aurelio, así como libros de Psicología, Gerencia, Sufismo, Yoga, ensayos, filosofía, parapsicología, hermetismo, El Quijote, libros de economía, filosofía, etcétera, en fin, un poco de todo lo que es preciso conocer para poder entender el significado de la vida: de dónde venimos, por qué estamos aquí y hacía dónde vamos, sin lo cual, la vida no tendría sentido, sobre todo por el gran afán a que está sometido el ser humano en la agitada vida moderna.

Nos sentamos en sendas butacas y nos entretuvimos conversando de temas diversos. Al poco rato, entró Lucía con dos tazas de oloroso café y unos biscochos, que degustamos con agrado en una amena e interesante conversación. Al fondo, podía oírse una suave música de Beethoven.

Pasamos cerca de una hora conversando de sobre la Atlántida, Egipto, los griegos, de Homero, de los sufíes, del budismo zen, los poderes del espíritu, meditación, etcétera, después de lo cual, le hice una pregunta directa.

-Seguramente, usted ha desarrollado alguna técnica de meditación y algún método de resolución de situaciones, en la vida, que me quisiera explicar, ya que, según observo, para tener usted una serenidad tan acentuada y una fortaleza física a la edad que imagino que usted debe tener, -cerca de noventa años- es porque ha encontrado en su larga experiencia algún secreto que quizás quisiera compartir conmigo.

Santiago, -me dijo el Venerable hombre, si vuelves a visitarme otro día, quizá te cuente algo que te pueda servir. Empero, antes de que te vayas, te haré entrega de unos apuntes que hace ya muchos años, en una época en que yo andaba a la búsqueda de sosiego y tratando de encontrarle sentido a la vida, un Venerable hombre que, en una edad similar a la mía, a su vez me entregara y cuya práctica asidua me permitió domar la mente, encarrilar mi vida y poner bajo control los hilos del destino. Son veintidós manuscritos, y una meditación diaria, –continuó diciendo el Venerable hombre, que si bien son ya un poco antiguos, podrás copiarlos de nuevo y si pones en práctica las técnicas que contienen, darás a tu vida un esplendor que habrá de sorprenderte agradablemente.

-Una vez que los hayas probado con total y absoluta satisfacción de tu parte, -me dijo, ponlos en limpio, en forma de libro y publícalo para que su mensaje llegue a mayor número de personas. Hacía tiempo que esperaba a alguien a quien confiarle este legado y creo que hoy, al llegar aquí, en la forma en que lo has hecho, tus pasos han sido dirigidos por Aquel que todo lo sabe y puede, por la Ley Cósmica, y en cuyos planes universales, todos somos sus instrumentos.

Me despedí del Venerable hombre y de su adorable nieta, sintiendo dentro de mí fuerzas desconocidas hasta entonces que preanunciaban grandes cambios en mi vida.

En los días siguientes, aparté una hora diaria, antes de dormirme, y leí y releí, todos los manuscritos, de la siguiente manera: En primer lugar copié la Meditación diaria en un cuaderno, el cual leí durante veintidós noches y mañanas seguidas, tal como lo indicaban las instrucciones de la misma.

Una nota al pie de página mencionaba que si yo la transcribía en un cuaderno, el hecho de hacerlo, grabaría en mi ordenador mental las instrucciones y me sería más fácil desarrollar, en mi personalidad, las cualidades y condiciones que formaban parte de los objetivos implícitos en la misma.

De los veintidós manuscritos, cada lunes, a las once en punto de la noche, copiaba uno en el cuaderno, y durante el resto de la semana, a la misma hora, lo leía y meditaba, siguiendo las fáciles y efectivas técnicas e indicaciones al inicio del mismo.

Cuatro semanas después de leer durante veintidós días seguidos, en la noche y en la mañana, la meditación diaria, comenzaron a manifestarse en mi vida una serie de cambios positivos que me dejaban asombrado a mi mismo, pero, también, los miembros de mi familia y a mis amistades; sobre todo mi semblante comenzó a ser más apacible; volví a sonreír desde el interior; mi estado anímico era de contento; me sentía más seguro de mi mismo; comencé a confiar más en la gente, en la vida y a vislumbrar el sentido de mi misión en la vida –percibía cosas que antes me pasaban desapercibidas, a pesar de haber estado siempre allí. Sentía fluir en mí una nueva corriente vivificadora de prosperidad, de felicidad, de alegría de vivir. Mi entusiasmo y amor por la vida y por mi familia, por mi trabajo y por las personas, crecía día a día. En aproximadamente dos meses había logrado muchas de las cosas en las cuales había soñado desde hacía años. Había dado un paso sorprendente en el camino de la autorrealización.

Efectivamente, pude comprobar que me fue relativamente muy fácil desarrollar las aptitudes y actitudes a nivel físico, mental, emocional, espiritual y en diversos aspectos de mi vida, como el financiero, que comenzó a mejorar casi inmediatamente, así como, surgieron nuevas oportunidades que comencé a aprovechar, casi sin esfuerzo de mi parte.

Transcurría el año de 1967 y mi vida había encontrado un sendero que habría de conducirme a cooperar en forma más efectiva en el plan divino que el Supremo Hacedor, en algún momento, había diseñado para mí.

Tres meses después volví a aquel lugar donde había encontrado al Venerable hombre de La Victoria y allí estaba la fuente que él dijo llamarse La Victoria; empero, cuando traté de encontrar el camino para llegar a la casa donde amablemente me ofreció un delicioso café, preparado por su nieta Lucía, no logré encontrarlo, pese a haber recorrido durante un par de horas por los alrededores. Pregunté a varias personas para ver si podían indicarme como llegar a la casa del Venerable hombre y cual fue mi sorpresa, nadie lo conocía.

Empero, después de tanto buscar, volví a encontrar la casa donde vivía el Venerable hombre de La Victoria, pero se encontraba abandonada. Su aspecto indicaba que debía encontrarse en ese estado un lapso mayor del que mediaba con el encuentro de aquel ser extraordinario. Es sorprendente como los inmuebles solos acusan el paso del tiempo en mayor grado que los que son habitados. Si no fuera por los manuscritos pensaría que el encuentro no fue más que un simple sueño. -¿O se trata, acaso de un sueño combinado con un fenómeno de aporte? Personalmente, no lo creo. El encuentro fue muy vívido y real. El aromático café servido por Lucía estaba exquisito. Durante varios años volví al lugar varias veces, la casa seguía sola. La última vez que volví, no la pude ubicar y sin tener tiempo suficiente para seguir buscándola, me fui. Ahora, vivo muy lejos de aquella zona, en otro continente; han transcurrido muchos años y después de tanto tiempo es poco probable que vuelva allí; pero, los manuscritos y la meditación diaria obran en mi poder, me han transformado y han enriquecido mi vida.

Durante más de treinta y cinco años he puesto en práctica las diversas variantes de los ejercicios, afirmaciones y meditaciones que contienen los manuscritos y la meditación diaria y cada vez que los pongo en práctica, experimentos los mismos beneficios. Ahora, ellos se encuentran en el libro que usted tiene en sus manos; espero que les sean tan útiles como los han sido para mí.

Su contenido es eminentemente práctico; no hay teorías superfluas. Si lleva a cabo los ejercicios que contienen, es probable que, gradualmente, se vaya efectuando la transmutación alquímica de su ser sintonizándose con los elevados resultados existenciales, los cuales, por añadidura, al ser creados a nivel mental, se van manifestando en su propia vida, oportunamente.

Sobre todo, con estos ejercicios, me percaté, cuando el Venerable hombre me entregó los manuscritos, de que se dispone de un método para domar la mente y ejercer un pleno dominio sobre la vida en general y, por ende, sobre el destino y controlar, cuando eventualmente se presenten, todas las situaciones, manteniendo un perfecto equilibrio físico, mental, emocional, espiritual y financiero.

El Venerable hombre de La Victoria me comentaba que todo se puede lograr en la vida si se siembra la respectiva semilla por medio de correctas decisiones acordes con la propia y elevada auto-estima y dignidad personal, desarrollando el convencimiento de que sí se puede hacer, por medio de las afirmaciones, las visualizaciones y meditaciones, la experimentación de un estado emocional acorde al momento de ser logrados los respectivos resultados y la practica del desapego, es decir, dejar encargada a la mente psiconsciente del logro, y además, se espera el tiempo necesario haciendo, mientras tanto, todo lo que se requiere, según el caso o los objetivos por alcanzar.

Estas técnicas funcionan, me decía una y otra vez el Venerable hombre de La Victoria; luego, agregaba: -las he probado por más de cincuenta años y quien, a su vez me las entregó, habría hecho otro tanto, aseverando que eran efectivas, si yo seguía fielmente las instrucciones y las ponía en práctica con expectativas positivas.

Desde que en 1967, el Venerable hombre me hiciera entrega de los manuscritos, han transcurrido un poco más de de treinta y cinco años, durante los cuales yo también he puesto en práctica las diversas variantes de los ejercicios, afirmaciones y meditaciones que contienen, y cada vez que me ejercito con ellos, experimento los mismos beneficios. Ahora, ellos se encuentran en el libro que usted tiene en sus manos; espero que les sean tan útiles como los han sido para todos los que hemos aplicado las enseñanzas del Venerable hombre de La Victoria.

Él me repetía constantemente: -“¡Tú puedes si crees que puedes hacerlo! ¡Hazlo y tendrás el poder!

Recuerdo que ese día el Venerable hombre me dijo: -ejercer el poder con que la naturaleza de las cosas ha dotado a cada ser, cultivando los dones inherentes y aprendiendo todo lo que se pueda de sí y del vasto universo del que se forma parte, es una manera efectiva de ser cada día más feliz. Luego, cuando me despedí de él, expresó: -“¡Que cada día brille más y mejor tu luz interior!”.- Adelante.

Capítulo 2

Meditación diaria

Es lunes en la noche, son las once en punto.

Me dispongo a copiar textualmente, en el cuaderno que he dispuesto para ello, el manuscrito identificado con el título:

Meditación diaria

Dice así:

Afirme, en la mañana y en la noche, antes de dormir, durante veintidós días; luego, cada vez que lo desee, esta poderosa fórmula de programación mental positiva y descubra cómo, con facilidad, van ocurriendo cosas maravillosas en su vida:

MEDITACIÓN DIARIA

Afirma, en la mañana y en la noche, antes de dormir, durante veintidós días; luego, cada vez que lo desees, esta poderosa fórmula de programación mental positiva y descubre cómo, con facilidad, van ocurriendo cosas maravillosas en tu vida. Al encender la luz en la mente se ilumina la propia existencia y todo en derredor vibra al unísono y con el mismo sentimiento de felicidad y bienestar, interrelacionándose por la ley de afinidad.

1. -Entro en el nivel de mi mente psiconsciente, en el centro de control de mi piloto mental automático, donde todo va bien, siempre, contando de tres a uno: Tres, dos, uno.

Ø Ahora, estoy ya en el nivel de mi mente psiconsciente, en el centro de control de mi piloto mental automático, donde todo va bien, siempre.

Ø Voy a permanecer en el nivel de mi mente psiconsciente, en el centro de control de mi piloto mental automático, donde todo va bien, siempre, durante quince minutos y voy a programar los siguientes efectos positivos, los cuales perduran, cada vez mejor, hasta que vuelva a realizar este acceso y programación mental:

Ø Todo va bien, siempre, en todos los aspectos de mi vida, cada día mejor. (Tres veces). –Imagínalo-.

Ø Todo va bien en mi trabajo; cada día logro mejores niveles de efectividad, prosperidad, riqueza, abundancia y bienestar. (Imagínalo).

2. Formo una unidad cósmica perfecta con el Creador Universal, -ELOÍ. (Diez veces, con los ojos cerrados). Hoy se expresa en mí la Perfección universal de la Vida, del amor, de la luz, de la sabiduría, del perdón, de la percepción de la verdad, de la aceptación de la realidad, de la justicia, de la igualdad, de la compensación, de la fortaleza, de la templanza, de la belleza, del equilibrio, de la armonía, de la salud, de la prosperidad, de la riqueza, de la abundancia, del servicio y de la provisión en todos los aspectos de mi vida.

3. -Cada día, en todas formas y condiciones, mi cuerpo y mi mente funcionan mejor y mejor. La consciencia de mi conexión permanente e indisoluble con el Creador Universal, -ELOÍ-, restablece y mantiene en mí, diariamente, durante las veinticuatro horas del día, un perfecto estado de salud a nivel físico, mental, emocional y espiritual. Gracias, Creador Universal, por darme un cuerpo perfecto, saludable, lleno de energía. Aquí y ahora, me siento en perfecto equilibrio de salud, a nivel físico, mental, emocional y espiritual.

4. Afronto y resuelvo bien toda situación que me compete, siempre.

5. Todo tiene solución, en todas las situaciones de mi vida.

6. El Creador Universal, -ELOÍ-, es en mí, cada día mejor, en todos los aspectos de mi vida, fuente de amor, luz, sabiduría, éxito, riqueza, prosperidad, abundancia y armonía.

7. Permito que las leyes universales de la Vida, del amor, de la luz, de la sabiduría, del perdón, de la percepción de la verdad, de la aceptación de la realidad, de la justicia, de la igualdad, de la compensación, de la fortaleza, de la templanza, de la belleza, del equilibrio, de la armonía, de la salud, de la prosperidad, de la riqueza, de la abundancia, del servicio y de la provisión actúen bien en el plan de mi vida.

8. Tengo prosperidad y poder. Cada día enriquezco mejor mi vida a través del servicio efectivo, del amor y de la práctica de todas las virtudes.

9. Mi dignidad personal me lleva a realizar las cosas que me competen con la máxima perfección posible.

10. Cada día, en todas formas y condiciones, en todos los aspectos de mi vida, estoy mejor y mejor a nivel físico, mental, emocional, espiritual y financiero.

11. Actúo con templanza, serenidad, autodominio y perfecto equilibrio en todo. Conservo plena autonomía y control sobre todas mis facultades físicas, mentales, emocionales, intelectuales y espirituales. Hecho está. (Visualizar un escudo protector de luz que te envuelve y protege; -una pirámide-).

12. Tengo fortaleza, valor, confianza y fe suficiente para triunfar y alcanzar todas mis metas, de acuerdo con la voluntad del Creador Universal, -ELOÍ-, y en armonía con sus planes cósmicos. Soy inmune e invulnerable a las influencias y sugestiones del medio ambiente y de cualquier persona a nivel físico, mental, emocional y espiritual, en las dimensiones objetivas y subjetivas y en cualesquiera otras en que sea requerido.

13. El orden universal de la Vida, del amor, de la luz, de la sabiduría, del perdón, de la percepción de la verdad, de la aceptación de la realidad, de la justicia, de la igualdad, de la compensación, de la fortaleza, de la templanza, de la belleza, del equilibrio, de la armonía, de la salud, de la prosperidad, de la riqueza, de la abundancia, del servicio y de la provisión se establece en mi vida, en todos mis asuntos y en las personas interrelacionadas, aquí y ahora. Hecho está.

14. Asumo la responsabilidad de mis actos y cumplo bien todos mis compromisos, siempre oportunamente, de acuerdo con el orden cósmico.

15. El Creador Universal, -ELOÍ-, nos da abundancia y armonía en el eterno presente. Vivo en abundancia y en armonía perfectas, aquí, ahora y siempre.

16. El Creador Universal, -ELOÍ-, se está ocupando de todo, en todos los aspectos de mi vida, y se expresa en mí conciencia intuitiva por medio de los sentimientos en correspondencia con los valores universales.

17. Gracias, Creador Universal, -ELOÍ-, por esta vida maravillosa. Que Tu Inteligencia Infinita, Amor, Sabiduría, Justicia, Luz, y Poder Creador guíen, adecuadamente, todas mis decisiones y acciones, ahora y siempre. Gracias, Eloí, por este día maravilloso.

18. El Creador Universal, -ELOÍ-, nos proteja, aquí y en cualquier lugar, ahora y siempre. (Tres veces).

19. Siempre espero lo mejor, de acuerdo con la voluntad del Creador Universal, -ELOÍ-, y la Ley Cósmica, en armonía con todos.

20. Gracias, Creador Universal; todo va bien en todos los aspectos de mi vida, a nivel físico, mental, emocional y espiritual. Gracias, Eloí, todo va bien en mis practicas espirituales y en mi relación Contigo; Tú y yo formamos una unidad perfecta, armónica, aquí y ahora, en el eterno presente. Yo soy Tú, Tú eres yo. Te amo.

21. Voy a realizar –obtener o resolver- (mencionar), antes del: (fecha), de acuerdo al orden divino y en armonía con todos. (Si se trata de varios objetivos, anótelos y haga la afirmación y visualización con cada uno de ellos. Imagínelo concluido satisfactoriamente sin imponer canal alguno de manifestación.)

22. Tengo serenidad y calma imperturbable. Soy impasible frente a todo y a todos. No tengo temor a nada, a nadie ni de nadie en ningún nivel físico, mental, emocional, espiritual y financiero. Dentro de mí vibra la seguridad total. Tengo completa confianza en la vida y en mi propia capacidad de resolver situaciones y alcanzar los resultados satisfactorios que preciso, en cada caso, siempre.

A continuación anoté la fecha: Lunes 12 de agosto de 1967. Luego, tal como me lo indicó el Venerable hombre, anoté la fecha que correspondía veintidós días después: 03 de septiembre de 1967.

Acto seguido, me senté cómodamente, tomé tres respiraciones profundas y realicé la meditación.

Luego, cada noche, durante veintidós días, a las once en punto, me iba a mi cuarto, daba indicaciones de no ser interrumpido durante veinte minutos y realizaba la meditación del día, la cual, siempre complementaba con la lectura breve de uno de los libros de cabecera que siempre suelo tener en mi mesa de noche.

Iba notando, día a día como emergía de mi interior una nueva y desconocida fortaleza, seguridad, estado de ánimo contento, actitud más decidida, optimismo frente a la vida y a las situaciones; comencé a llevarme mejor en las relaciones con las demás personas, a ser más comedido en todo y sobre todo comenzaba a tener conciencia de cosas que antes me solían pasar desapercibidas.

Cabe destacar que, en el punto número veintiuno de la meditación, había anotado siete objetivos que desde hacía tiempo quería realizar y para mi sorpresa, treinta días después de haber terminado de efectuar la meditación del manuscrito número veintidós comencé a observar como, en forma aparentemente casual se iban manifestando la resultados de cada uno de ellos hasta que, algunos meses después, antes de la fechas previstas, los había realizado todos, menos dos, por lo cual, me senté y volví a anotar, en una hoja de mi cuaderno, otros diez objetivos, encabezados por los dos pendientes de la lista anterior, les puse la fecha tope a cada uno, antes de la cual debían ser logrados, para seguir visualizando, su logro, periódicamente.

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sábado, 2 de marzo de 2013

IL PARLATORE DI STORIE



IL PARLATORE DI STORIE

Autore: Giuseppe Isgró C.

Era un uomo maturo; si chiamava Jo. Era nato in Sicilia, aunque, adesso, lui si consideraba un cittadino del mondo.
Aveva vissuto in Sud América, da molto giovane; in quel nuovo mondo, conobbi una realtá trascendentale che le fornì di una visione universale della vita, la quale, per ogni mezzo, la comunicava a qualunque voleva ascottarlo.
Era un giorno d´autunno, in quel clima tropicale del Venezuela, si trovaba davanti alla spiaggia denominata “Playa Mansa”, nome que egli stesso le mise verso l´anno 1990, e che, poi, rimase cosí.
Jo stava riflettendo mentre aspettava delle persone che dovevano vedere un apartamento, in un palazzo, alle quale doveva asesorare disinteresatamente, dado che erano suoi clienti ed amici. Questa occasione le permise vedere come le persone che molte volte si crede siano di fiducia, se ne approfittano indovutamente. Dopo tutto, chi procede di questa maniera, non dura molto nel mestiere. Soltanto i veri professionisti che lavorano con etica, perdureranno a lunga data nel suo lavoro.
Dopo che il suo denaro l´hanno investito in un apartamento nuovo, con prezzo giusto, quella famiglia subì gli effetti della nostalgia. Avevano venduto, prima, la sua casa, dove la famiglia visse oltre quarantanni.
Certamente, dopo tanto tempo, un luogo resideziale si tranforma in commerciale, e la propietà acquista un valore maggiore, che, indubbiamente, le permette di andare a vivere in un posto di miglior livello.
Vuol dire, il maggiore valore comerciale permette acquistare un apartamento in luogo residenziale di miglior livello. A lungo tempo, pero, il valore comerciale della propietà avrà arrivato a rivalutazioni molto più importanti dell´altra modalità. 
Il figlio maggiore accettò di venderé a richiesta di tutta la famiglia, pero se ne accorgeva che lasciavano andare via  l´occasione per consolidare il futuro economico della mamma e delle sue sorelle. 
Jo ricordava il giorno in cui il suo amico Luigi lo portó a quella casa perchè i suoi padroni, a sua raccomandazione, gli dessero l´incarrico per venderla. Prima d´entrare, le disse a la padrona: -Signora, non venda la sua casa; si rivalorizarà moltìssimo e le conviene mantenerla, per tranformarla in un centro commerciale. 
Quasi due ore tentò Jo di convincere a la mamma ed a una delle figlie, senza riuscirvi. Andò vìa suggerendole di pensarlo prima di dare quel passo avanti.
Al giorno seguente, la figlia Flor de Nieve chiamò a Jo, e le disse: -Signor Jo, tutta la famiglia ha deciso di venderé. 
Jo, prepara subbito la procura e inizia il processo di vendita. Dopo due mesi non c´è, ancora, risposta del mercato, e dato che la documentazione non è in ordine, suggerisce sospendere la azione di vendita finchè non si completi, per non correré rischi.  
Accettata la suggerenza, la padrona di casa le dice a Jo: -“Lei venderà la nostra casa!”.
Non era facile prevederlo, per quanto Jo aveva in mente un lungo viaggio, e la attualizzazione dei documenti si pensaba che fosse compiuta a metà dell´anno seguente. Con tutto, con l´aiuto degli amici influenti, si avverrò molto rápidamente.
Due mesi prima della fine dell´anno, Flor de Nieve chiama a Jo e le dice: Avvocato, prepari la procura, vogliamo venderé subbito; fra quindici giorni avremo nelle nostre mani, la solvenza successorale. 
Jo rifà la procura, ed inizia, d´immediato, il proceso di vendita. Quindici giorni dopo la casa è venduta. Comunque, adesso cominciava un fase nuova ed insolita. 
La famiglia sperimenta un sentimento di attaccamento alla casa che non si corrispondeva con l´interesse iniziale per venderé, sopra tutto perchè Jo le suggerì di non venderé. 
Quel giorno, dopo avere firmato i papiri della vendita, il figlio maggiore le domanda a Jo: -Lei ha visto l´appartamento che acquistò mia sorella Flor de Nieve? Jo responde di no. E accorgendosene che quel uomo era pentito di venderé, le fa un analisi della realtà, in maniera obiettiva. Lui è cosciente di quello che dice Jo, e se ne va di viaggio alla città dove abita, distante cinque ore in macchina, a una delle più belle città del Venezuela: Puerto Ordaz.
La riflessione che fa Jo resulta di grande interesse per tutti. Lui sa che ogni persona è una depositaria di turno di tutto quello che arriva alle sue mani. Pero, giunge, anche, il momento in cui deve lasciare il deposito che se le confida, per passare alle nuove persone che lo sviluperrano in maniera più utile, tanto per loro come por la colletività.
Quell´attaccamento che i padroni avevano per la casa venduta, la quale eccedeva, adesso, i suoi bisogni, nell´ordine cósmico era giunto il momento perfetto di Dio d´essere transferita al nuovo padrone di turno que avrebbe sviluppato il suo potenziale per riempire le necessità del mercato. Questa decisione avviene per l´uso del libbero arbitrio, senza imposizione di nessuno, peri avviene per compimento d´un ciclo esistenciale.
Jo capiva bene che quella casa era destinata ai nuovi padroni da molto tempo prima per i reggitori còsmici, per un accordo preso a livello spirituale, fra le parti involucrati. Poi, questa gente ha pagato subbito, di maniera che i venditori potessero comperare, a sua volta, il nuovo apartamento, in contante.
Jo ha contribuito, con il suo impegno, a che fosse pagato il prezzo giusto ed in tempo record. 
La soddisfazzione di Jo fu quella d´essere ringraziato da Flor de Nieve per il suo effettivo lavoro, sebbene il giorno della firma nel ufficio immobiliare di Registro Pubblico si sentí rammaricato nel vedere tanti visi tristi, invece di sbozzare allegria. L´obbiettivo fu raggiunto in tempo record e con il minimo rischio; Jo era soddisfatto per quanto la sua missione era stata compiuta.
Jo rifletteva: -Cuando arriba il giorno in cui una propietà dev´essere transferita alla persona giusta non c´è niente che lo possa evitare. Una forza di spinta entra in scena, como se fosse una spinta divina, e supera tutti  gl´ostaccoli finche si raggiunga il risultato giusto e perfetto. 
In egual maniera, poco prima si avverra la forza di bloqueo, che mantiene ferma alla persona mentre non arriba il momento giusto per aggire. 
Questo ordine cósmico è il resultado della somma esistenziale che la persona va accumulando nel suo libro di vita, como saldo esistenziale, il quale lo ubica o riubica, nel posto giusto, compiendo i ruoli che corrispondono alla posizione raggiunta. 
Noi tutti siamo depositari delle cose poste alla nostra disposizione, ben sia che siano beni materiali oppure rapporti  affettuosi con delle persone.
La coscienza di questa percezione dette a Jo molta tranquillità, per quanto lui stesso fu utilizzato per l´ordine cósmico per compiere l´obbiettivo proposto. Era, anche, cosciente che in qualche luogo si incontrava la nuova propietà destinata a quella egregia famiglia. Così si avveró, in effetti.
Durante tutto il proceso Jo sentí una forza interiore non comune che le permise raggiungere la metta. Qualche ente spirituale esprimeva verso egli, una forza affettiva che lo spingeva al risultato spirituale. Capí, egli, che questo “ente” che diriggeva tutto dalla dimensione spirituale era qualcuno che aveva un grande amore alla famiglia venditrice. Era un effetto di inspirazione che attraverso suo dimostrava questo affecto. Egli lo sentiva, e dovuto al suo conoscimento delle facoltà spirituali dell´essere umano capí che questo affetto non era il suo verso quella gente; era, sicuramente, quello del marito della padrona di casa, e genitore di tre figli, e un nipote.
Fotunatamente, tutto terminó bene, con gli obbiettivi ragiunti. Questo caso permise a Jo derivare diversi apprendimenti che, senza dubbio, li ricordará sempre, per la sua impronta lasciata nel suo spirito.
Il primo ed il più importante aprendimento fu quello di compiere la sua missione senza involucrarsi affettivamente, mantenendo la distanza, di maniera di controllare la situazione. Una volta compiuto il ruolo delegato, si deve chiudere capitolo e passare a d´alto senza pensarci più. Certamente, resta       l´amicizia ch´è, sempre, un magnifico capitale ed il valore più importante nella vita.
Il secondo apprendimento, è quello che, in ogni caso, sempre si deve raccomandare il corso d´azione migliore, anche se questo va contro i propi interessi. Se i clienti seguono, o no, i propi consigli, non ha importaza; l´assesore resta con la coscienza tranquilla, lo quale non è poca cosa. 
Il terzo apprendimento è che, dal assesoramento nel acquisto del nuovo apartamento, in una delle visite fatte, Jo ritrovò un antico compagno di studi, che le incarricò la vendita di un suo apartamento, lo quale le rifornì d´un nuovo affarie commerciale. È una prova in più che chi da, sempre riceve accresciutamente. 
Molti dettagli, ancora, potrebbero citarsi, pero sono aprendimenti d´indole personale che non è il caso da citare  qui.

Avanti.

PRINCIPIO VITAL


PRINCIPIO VITAL
Autor: Allan Kardec
Versión castellana y comentarios exegéticos:
Giuseppe Isgró C.

Capítulo IV de: El Libro de los Espíritus

Seres orgánicos e inorgánicos. La Vida y la Desencarnación. Inteligencia e Instinto.

SERES ORGÁNICOS E INORGÁNICOS
Seres orgánicos son aquellos que tienen en sí mismos una fuerza de intima actividad, la cual le otorga la vida: nacen, crecen, se reproducen por sí mismos, concluyen el ciclo de vida y están provistos, para cumplir las diversas funciones de la vida, de órganos especiales, apropiados a las necesidades de su conservación: tales son los seres humanos, los animales y las plantas. Seres inorgánicos son todos aquellos que no tienen ni vitalidad, ni movimientos propios, y se forman por la simple agregación de la materia; tales son los minerales, el agua, el aire, etcétera.
1. La fuerza, que tiene unidos los elementos de la materia, es la misma tanto en los cuerpos orgánicos como en los orgánicos?
-“Sí, la ley de atracción es la misma para todos”-.
2. Existe alguna diferencia entre la materia de cuerpos orgánicos y  aquella de los inorgánicos?
-“Es siempre la misma materia; pero en los cuerpos orgánicos es animalizada”-.
3.  Cuál es la causa eficiente de la animalización de la materia?
-“Su unión con el principio vital”-.
4. Reside el principio vital en un agente particular, o no es más que una propiedad de la materia organizada? En otros términos, es un efecto, o una causa?
-“Lo uno y lo otro. La vida es un efecto producido por la acción de un agente sobre la materia; pero este agente, sin la materia no es la vida, como, paralelamente, la materia no puede vivir sin este agente, el cual confiere la vida a todos los seres, que lo absorben y se lo asimilan”-.
5. Hemos visto que el Espíritu y la materia son dos elementos constitutivos del universo. El principio vital sería, quizá, un tercero?
-“El principio vital es, ciertamente, un elemento necesario a la constitución del universo, pero no primitivo, por cuanto se origina en la materia universal modificada. Para vosotros es un elemento, como el oxigeno y el hidrógeno, los cuales todavía no son elementos primitivos, por cuanto provienen de otro principio”-.
Por lo tanto, la vitalidad no tiene su principio en un agente primitivo distinto, sino en una propiedad especial de la materia cósmica debida a ciertas modificaciones?
-“Esta es, ciertamente, la consecuencia de lo que hemos dicho”-.
6. El principio vital reside, de manera especial, en algunos de los cuerpos que nosotros conocemos?
-“Tiene su origen en el fluido universal, y es aquel mismo que vosotros llamáis fluido magnético, y fluido eléctrico animalizado. Sirve de intermediario, de anillo de conjunción entre el Espíritu y la materia”-.
7. El principio vital es siempre el mismo para todos los seres orgánicos?
-“Sí; modificado según la especie. Le confiere el movimiento y la actividad, y le permite distinguirse de la materia inerte; el movimiento de la materia no es la vida: por cuanto lo recibe, no lo da”-.
8. Es la vitalidad un atributo estable del agente vital, o más bien se desenvuelve por la acción de los órganos?
-“Ella se desenvuelve solamente con el cuerpo. No hemos dicho que este agente sin la materia no es la vida? Para producir esto es necesaria la unión de ambos”-.
Por lo tanto, la vitalidad está en estado latente cuando el agente vital no se encuentra unido al cuerpo?
-“Ciertamente es así”-.
El conjunto  de los órganos constituye una especie de mecanismo, que recibe el impulso de la actividad íntima o principio vital, que existe en ellos. El principio vital es la fuerza motriz de los cuerpos orgánicos. Al mismo tiempo que el agente vital le da el impulso a los órganos, la acción de los órganos mantiene y desenvuelve la actividad del agente vital, al igual que la frotación desarrolla el calor.  
LA VIDA Y LA DESENCARNACIÓN
9. Cuál es la causa del cese de la vida en los seres orgánicos?
-“El agotamiento de los órganos”-.
Es decir, podría compararse el cese de la vida a la descontinuación del movimiento en una maquina gastada?
-“Sí; si la maquina está mal montada, el resorte se rompe, y si el cuerpo carece de salud, la vida se va”-.
10. Por qué una lesión del corazón produce el cese de la vida física más que ningún otro órgano?
-“El corazón es, ciertamente, un mecanismo productor de vida, pero no el único órgano cuya lesión produzca la desencarnación; constituye una de las ruedas principales, pero no la rueda principal de la maquina humana”-.
11. Qué ocurre a la materia y al principio vital de los seres orgánicos al cese de la vida física?
-“La materia inerte se descompone, cuya esencia será el soporte de otra nueva; el principio vital regresa a la masa”-.
Cesada la ida del ser orgánico, los elementos de los cuales está formado se encuentran sujetos a nuevas combinaciones, que constituyen nuevos seres. Estos atraen de la fuente universal el principio de la vida y de la actividad, lo absorben y lo asimilan, para restituirlo a esta fuente, cuando cesa su ciclo de vida física.
Los órganos son, por así decirlo, impregnados de fluido vital. Éste comunica a todos las partes del organismo una actividad que obra, como en ciertas heridas, el reacercamiento, restableciendo las funciones momentáneamente suspendidas. Pero, donde los elementos esenciales a las funciones de los órganos son destruidos, o irremediablemente alterados, el fluido vital no puede transmitirle el movimiento de la vida, cesando la vida física del ser.
Los órganos reaccionan más o menos necesariamente los unos sobre los otros, y solamente de la armonía del conjunto resulta su acción recíproca. Cuando, entonces, una causa destruye esta armonía, sus funciones cesan a ejemplo del movimiento de una maquina, cuyas ruedas esenciales se hayan desajustado, como un reloj lo hace con el tiempo, o se daña por acción externa, obstaculizando que la fuerza motriz le ponga en movimiento.
Imagen todavía más exacta de la vida física y del cese de la misma, nos lo ofrece la maquina eléctrica. Ella esconde en sí misma, como todos los cuerpos de la naturaleza, la electricidad en el estado latente. Los fenómenos eléctricos no se manifiestan sino cuando el fluido sea puesto en actividad por una causa especial; y entonces, podría decirse que la maquina sea viviente. Cesada la causa de la actividad, lo hace, también, el fenómeno, regresando, la maquina, al estado de inercia. Los cuerpos orgánicos serían en cierto modo una especie de baterías o de maquinas eléctricas, en las cuales la actividad del fluido produce el fenómeno de la vida: el cese de esta actividad genera el de la vida física.
La cantidad de fluido vital no es la misma en todos los seres orgánicos: varía según la especie y no es nunca constante ni en el mismo individuo, ni en los de la misma especie. Algunos se encuentran saturados, otros tienen únicamente lo necesario; esta es la razón de que, en algunos, la vida es más activa, más tenaz y en cierto modo más exuberante.
La cantidad de fluido vital en cada ser se agota poco a poco, y puede resultar insuficiente para mantener la vida física, si no renueva con la absorción y la asimilación de las sustancias que la contengan.
El fluido vital se transmite de un ser a otro. Quien tenga de más puede darlo a quienes tienen de menos, y de esta manera reactivar la vida física, que se encontraba cercana a extinguirse.
INTELIGENCIA E INSTINTO
12. La inteligencia es un atributo del principio vital?
-“No; por cuanto las plantas viven y no piensan: tienen solamente la vida orgánica. Inteligencia y materia son independientes una de la otra, ya que un cuerpo puede vivir sin la inteligencia, y la inteligencia no tiene necesidad de los órganos materiales más que para manifestarse. Para rendir inteligente la materia animalizada es necesariamente el Espíritu”-.
La inteligencia es una facultad especial propia de algunas clases de seres orgánicos, a quienes, de una parte confiere la voluntad de actuar y la conciencia de su ser y de su individualidad, y de la otra los medios de ponerse en comunicación con el mundo externo y de proveer a sus necesidades.
Por lo cual, se pueden distinguir:
                 I.   Los seres inanimados o cuerpos brutos, formados exclusivamente de materia, sin vitalidad ni inteligencia.
              II.   Los seres animados no pensantes, formados de materia y dotados de vitalidad, pero privados de inteligencia.
            III.   Los seres animados pensantes, formados de materia, dotados de vitalidad, y, también, dotados de un principio inteligente, que le otorga la facultad de pensar.
COMENTARIO EXEGÉTICO GIC: Esta respuesta contiene dos vertientes que analizaremos: La primera, cuando dice que “las plantas no piensan”. Los experimentos de laboratorio de Cleve Baxter, al adaptarle un polígrafo, y realizar con ellas diversos experimentos, como por ejemplo, encargar a un joven, entre un grupo que entra al azar en una sala donde se encuentra una planta, a hacerle un determinado daño, y luego salir. Al volver a entrar, el grupo de jóvenes sin un orden establecido, en el instante en que lo hace aquel que le hizo daño, el polígrafo registra un gráfico que denota que la planta le reconoció, y se encuentra atemorizada. También, la planta reconoce cuando una persona, en su presencia, dice o no la verdad en respuestas a preguntas que se les formulan. La segunda, es cuando expresa: “Para rendir inteligente la materia animalizada es necesariamente el Espíritu”. Efectivamente, todos los seres, en los cuatro reinos naturales, poseen cuerpo, alma y Espíritu, por lo  cual, todos los seres, en los cuatros reinos naturales, incluyendo los minerales, piensan. La ley es una y rige todo de la misma manera, sin excepción. Es cuestión de tiempo que se demuestre este principio en todos los reinos naturales, como en efectos se está haciendo, incluyendo el reino mineral.
13. Cuál es la fuente de la inteligencia?
-“Lo hemos ya dicho: la inteligencia universal”-.
Se podría decir, que cada ser obtiene una porción de inteligencia de la fuente universal, y se la asimila, de misma manera en que lo hace el principio de la vida material?
-“No sería más que una comparación inexacta, por cuanto la inteligencia es una facultad propia de cada ser, de la cual se constituye la individualidad moral. Del resto, ya sabéis que existen cosas que no es dado al ser humano penetrar, y ésta, de momento, es una de esas”-.
14. El instinto es independiente de la inteligencia?
-“No del todo, por cuanto es una especie de inteligencia. El instinto es una inteligencia irracional, por medio de la cual todos los seres proveen a sus propias necesidades”-.
15. Se puede establecer un límite entre el instinto y la inteligencia, es decir, precisar donde termina el uno y comienza la otra?
-“No, por cuanto, frecuentemente se confunden; pero, en cambio, se pueden distinguir los actos que pertenecen al instinto de aquellos que pertenecen a la inteligencia”-.
16. Se puede afirmar que las facultades instintivas disminuyen con el crecer de las facultades intelectuales?
-“No. El instinto existe siempre, pero el ser humano lo descuida. El instinto, también él puede conducir al bien: nos guía siempre, y tal vez con mayor seguridad que la razón, ya que no puede equivocarse”-.
Por qué no es siempre guía infalible la razón?
-”Lo sería si no fuese falseada por la mala educación, por el orgullo y por el egoísmo. El instinto no razona; la razón, en cambio, deja la elección, y otorga al ser humano el libre albedrío”-.
El instinto es una inteligencia rudimentaria que difiere de la inteligencia propiamente dicha, porque sus manifestaciones son casi siempre espontáneas, mientras que las de la inteligencia son el resultado de una combinación y de un acto deliberado.
El instinto varía en sus manifestaciones según las especies y las necesidades de los seres. En aquellos que tienen la conciencia y la sensación de las cosas externas, se une a la inteligencia, es decir, al querer y a la liberarte.





jueves, 28 de febrero de 2013

CREACIÓN



CREACIÓN
Autor: Allan Kardec
Versión castellana y comentarios exegéticos:
Giuseppe Isgró C.

Capítulo III de El Libro de Los Espíritus

Formación de los Mundos. Formación de los seres vivientes.  Poblamiento de la Tierra: Adán. Diversidad de las Grupos Étnicos Pluralidad de los Mundos habitados. Consideraciones y Concordancias bíblicas en torno a la Creación.

FORMACIÓN DE LOS MUNDOS
El universo abraza todos los mundos que vemos, y aquellos infinitos que no vemos; todos los seres animados e inanimados, todos los astros, que se mueven en el espacio, y todos los fluidos que lo llenan.
1. El universo ha sido creado, o existe desde toda la eternidad como Dios?
-“Ciertamente no ha podido hacerse por sí mismo; y si existiría desde toda la eternidad como Dios, no podría ser la obra de Dios”-.
La razón nos enseña que el universo no pudo hacerse por sí mismo, y que no pudiendo ser la obra del acaso, debe ser la obra de Dios.
2. Cómo ha creado Dios el universo?
-“Con su voluntad omnipotente expresada por aquellas sublimes palabras de la Génesis: Dios dijo: Sea hecha la luz, y la luz fue hecha”.
3. Podemos nosotros conocer el proceso de la formación de los mundos?
-“Todo lo que se puede decir, y que vosotros podéis comprender, es que los mundos se forman por la condensación de la materia diseminada en el espacio”-.
COMENTARIO EXEGÉTICO GIC: La respuesta a esta pregunta contiene la clave esencial para descifrar el misterio de la creación de los mundos, cuando expresa: -“..los mundos se forman por la condensación de la materia diseminada en el espacio”. La materia es energía condensada. Quienes la condensan son los Espíritus  elementales de la naturaleza, al vibrar en determinada frecuencia. Cada uno de los elementos, conocidos y por conocer, está compuesto de Espíritu, alma y cuerpo. El Espíritu del hierro, por ejemplo, vibra a la tasa vibratoria del hierro y lo condensa, y así sucesivamente, ocurre con todos los demás elementos. Luego viene la combinación de los elementos, por ejemplo, dos moléculas de hidrógenos con una de oxígeno, forman el agua. Todas las vertientes y variantes en las respectivas combinaciones y aleaciones, dan diversas formas de materia orgánica e inorgánica. Luego, vienen las diversas especies de los distintos reinos naturales, además del mineral, ya mencionado.
Con una perspectiva universal de la vida, hoy sabemos que nos llega la luz de mundos que existieron hace millones de años, y que, dada la inmensa distancia que les separaba del planeta tierra nos sigue llegando su luz, lo cual indica que dichos mundos se formaron, se desarrollaron y se desintegraron. Al mismo tiempo, existen mundos en formación, descubiertos por la astronomía, lo cual índica que su  creación es un proceso constante, y por lo tanto, siendo la tierra un mundo más reciente, cuando se formó ya era un procedimiento desarrollado y puesto en práctica en millones de otros globos. Quién realiza la Creación de los mundos? Dios?
Dios, tal como lo hemos expuesto en anteriores comentarios exegéticos, sin dejar de ser Él, y sin separarse de Él, encarna en el alma universal como un ser individual, en los cuatro reinos naturales, tantas veces como fuere necesario, cada vez que se va a crear un mundo originario. El trabajo de Dios consiste en la emanación a la conciencia individual de tantos seres como fueren necesarios, y en la aplicación de la ley cósmica. Pero, el trabajo de la creación del mundo en particular le corresponde a los Espíritus de los cuatro reinos de la naturaleza bajo la dirección de los maestros de la Creación, que son los Espíritus muy evolucionados. Estos Espíritus avanzados, dada la eternidad pasada, habrán alcanzado niveles tan elevados de conciencia y progreso, que les permite que estén una eternidad por delante de quienes recién empiezan el proceso evolutivo. De acuerdo al nivel de progreso de una determinada familia espiritual, los maestros de la creación diseñan, con antelación, el mundo que habrá de ocupar dicha familia después de que termine el ciclo de vida del que ahora habitan. Será una nueva morada con otros niveles de estudios universales. Efectuado el plan del nuevo mundo, los Espíritus maestros de la creación ordenan a los Espíritus elementales de la naturaleza que condensen la energía cósmica en materia, cada uno de acuerdo con su índole, y luego, de efectuar las respectivas combinaciones y variantes a que hubiese lugar, de acuerdo a las leyes de la física, de la química, de la biología, etcétera. Cada quien, de acuerdo con el arte que domina, presta su concuerdo tanto en la creación del mundo como en su ulterior desarrollo. Allí vemos los diversos diseños en las especies vegetales y animales, para adaptarle a las funciones que les son inherentes. Es un trabajo de equipo, bajo la dirección de los maestros de la creación, y por la ley cósmica, regidos por el Creador universal, quien inspira, en la conciencia de cada quien, el conocimiento necesario y precisado en cada caso, por el lenguaje de los sentimientos de los valores universales, imprimiendo una fuerza de empuje y otra de bloqueo, para coordinar el esfuerzo de todo el conjunto, en un perfecto orden y armonía, regido todo por la ley de afinidad, la de justicia, la de igualdad, la de compensación y la de amor, como síntesis de la ley cósmica. 
4. Serían los cometas, como se cree hoy, un principio de condensación de la materia cósmica, y mundos en vía de formación?
-“Sí; pero guardaos de creer a la absurda influencia que a ellos le atribuye el vulgo, por cuanto no poseen ninguna otra fuera de la   que todos los cuerpos celestes tienen sobre ciertos fenómenos físicos”-.
5. Un mundo ya formado puede desaparecer, y la materia que lo compone expandirse de nuevo en el espacio?
-“Sí; Dios renueva los mundos como renueva los seres  vivientes”-.
6. Podemos, nosotros, conocer la duración de la formación de los mundos, por ejemplo, de la tierra?
-“No, por cuanto es conocida sólo por el Creador, e iluso sería quien pretendiese saberlo, o de conocer el número de siglos de esta formación”-.
FORMACIÓN DE LOS SERES VIVIENTES
7. Cuándo comenzó a ser poblada la tierra?
-”Al inicio, todo lo envolvía el caos: los elementos eran confusos; pero, poco a poco cada cosa tomó su lugar, y entonces aparecieron los seres vivientes apropiados al estado del globo”-.
8. De dónde provienen los seres vivientes de la tierra?
-“La tierra contenía los gérmenes, que esperaban el momento oportuno para desenvolverse. Los principios orgánicos se reunieron adecuadamente, tan pronto cesó la fuerza que los tenía segregados, y formaron los gérmenes de todos los seres vivientes. Los gérmenes quedaron en estado latente e inerte, como la crisálida y las semillas de las plantas, hasta el momento favorable al nacimiento de cada especie: entonces los seres de cada especie se conjugaron y se multiplicaron”-.
9. Dónde se encontraban los elementos orgánicos antes de que se formase la tierra?
-“Se encontraban, por decirlo así, en estado de fluido en el espacio, en medio a los Espíritus, o en otros planetas, esperando la creación de la tierra para comenzar una existencia nueva sobre un globo nuevo”-.
-La química nos muestra como las moléculas de los cuerpos orgánicos se unen para formar cristales de constante regularidad, según la especie, hasta encontrarse en las condiciones precisadas. Pero, por poco que falten estas condiciones, no es más posible la unión de los elementos, o por lo menos su disposición regular, que constituye el cristal. Y, por qué no sería lo mismo de los elementos orgánico? Nosotros conservamos, también por años, algunas semillas de plantas y de animales, que se desarrollan sólo a una determinada temperatura y en un ambiente propicio. Se han visto granos de trigo germinar después de varios siglos. Por lo cual, en estas semillas existe un principio latente de vitalidad, el cual para desenvolverse no espera más que una circunstancia favorable. Ahora, lo que sucede cada día bajo nuestra propia mirada, no pudo, quizá, suceder desde el origen del planeta? Tal formación de los seres vivientes, que salen del caos por la fuerza misma de la naturaleza, -disminuye, quizá, la grandeza de Dios? No, más bien responde mejor a la idea de su potencia, que se ejercita sobre infinitos mundos con leyes internas e inmutables. Esta teoría no resuelve, es verdad, la cuestión del origen de los elementos vitales; pero Dios tiene sus misterios, y ha puesto ciertos límites a nuestras investigaciones.
COMENTARIO EXEGÉTICO DE GIC: -Es verdad que Dios ha puesto ciertos límites a nuestras investigaciones?
 De ser cierto, -cuáles son?
 En primer lugar, potencialmente hablando, Dios no ha puesto límites de ninguna naturaleza, para nadie, excepto el de la evolución personal y los estados de conciencias inherentes, que por propio mérito se van desarrollando, en la espiral evolutiva, en el eterno presente.
 Ese y solamente ese es el único límite; es decir, podemos llegar hasta donde alcanzan nuestras propias fuerzas; empero, ellas son factibles de ser incrementadas por el propio desarrollo evolutivo, en forma gradual y constante.
En la medida en que se va alcanzando una visión más amplia de la realidad que nos circunda, podemos emprender investigaciones y tareas de mayores envergaduras.
 Evidentemente, existe un orden universal que es preciso seguir, siendo imposible saltar determinados grados, pero, lejos de ser un límite, implica una guía del orden que debe orientar nuestros trabajos.
La actitud correcta debe ser, siempre, la de rechazar cualquier imposición de límites de quien quiera que sea.
Si el Ser Universal ha dispuesto que, en el eterno presente, encontremos siempre un más allá de progreso, sin límites algunos, -por qué razón deberíamos aceptar ese tipo de imposiciones de quienes, en un momento dado, pudiesen tener motivos para inhibir una tendencia natural de los seres, aún en los cuatro reinos naturales, es decir, hacia el avance constante hasta donde alcance la infinita imaginación, que es la visión del espíritu.
De encontrar una barrera, es preciso, también, descubrir la manera de superarla, sin importar el tiempo que se pueda requerir ni el esfuerzo o trabajos necesarios a tales efectos.
 Todo es posible de lograr si tenemos la idea clara de lo que queremos y, paralelamente, se emprende la acción suficiente y sostenida en el tiempo, hasta alcanzar el grado de conocimiento o logro anhelado.
A través del progreso, el hombre ha encontrado la manera de ver más lejos inventando el telescopio. Con el microscopio, descubrió un mundo inmensamente pequeño, que escapa a simple vista. Se la ha ingeniado para idear aparatos que le permiten volar y desplazarse a lejanos lugares, a gran velocidad, que solamente unos pocos siglos antes eran apenas sueños en mentes prodigiosas como la de Leonardo Da Vinci. Se puede uno sentar frente a un ordenador y comunicarse en pocos segundos con un sinnúmero de personas, simultáneamente. Se podría enumerar una gran cantidad de otros instrumentos que han extendido en forma prodigiosa la inmensa capacidad de crear del ser humano, y nos asombraríamos todavía más si pudiésemos percibir lo que realizan cada uno de los entes respectivos en los cuatro reinos naturales, incluyendo el mineral.
Aprenderemos a viajar, también, en proyección espiritual, a la velocidad del pensamiento, por el inmenso universo, y percatarnos de lo que existe allí? Muchas pruebas al respecto demuestran que en un día no muy lejano, en cuanto el factor moral alcance el nivel de madurez óptimo, eso será una realidad al alcance de todos, sin excepción.
El ser humano ha descubierto, también, que cuando su capacidad de razonamiento, utilizando la lógica inductiva y deductiva, alcanza al límite de sus posibilidades, se activan las facultades de la intuición y de la inspiración, entrando con una fuente de sabiduría que le permiten percibir lo que apenas unos minutos antes le era desconocido. Dónde se encontraba ese conocimiento?
El ser humano, también, ha observado que, interiorizándose,  entra en conexión divina con el Ser Universal, en una práctica de espiritualidad directa, sin intermediarios, y se transforma en un instrumento activo de su voluntad, fluyendo en su conciencia la sabiduría expresada mediante el lenguaje de los sentimientos de los valores universales, guía infalible en la práctica de todas las virtudes.
De igual manera, ha efectuado un asombroso descubrimiento: el de que posee un poder potencialmente infinito que se expresa en el mismo grado en que va afrontando situaciones para resolver u objetivos por realizar.
Sin importar cuan elevada pueda ser la dificultad encerrada en la situación por resolver o el objetivo por lograr, en cualquier orden, desde una minúscula bagatela familiar hasta un viaje espacial, el ser humano va expresando el poder creador suficiente para alcanzar el respectivo logro, oportunamente.
El ser humano ha efectuado, ya, otro de los grandes descubrimientos trascendentales, como es el de que posee un espíritu eterno e inmortal, que vivirá en una infinidad de ciclos de vidas, en éste y en incontables mundos del universo, en el eterno presente, donde siempre encontrará un más allá de progreso, de sabiduría y de poder creador.
Finalmente, en la medida en que profundiza en el potencialmente infinito poder creador del cual dispone y en el conocimiento más íntimo de sí mismo, percibe que él es el caminante y el camino que conduce a la fuente, en una espiral evolutiva infinita, y a un determinado momento, descubre también, que él es la fuente, formando una unidad perfecta e indisoluble con el SER UNIVERSAL, del cual ha emanado –en el instante preciso- a la conciencia del Ser Individual. Si los hijos de los gatos, son también gatos, los seres humanos, como emanación de la DIVINIDAD, -qué son? Y, el espíritu del gato, -no es, también, una emanación de la Divinidad?
No deja de ser asombroso que tantos seres que forman una UNIDAD perfecta e indisoluble con la DIVINIDAD y las bondades inherentes que eso implica, mantengan el interruptor de la luz de la conciencia apagado, cuando con un simple toque transformarían la noche oscura en un dorado amanecer. Es preciso VIVIR EN CONEXIÓN ESPIRITUAL CON EL SER UNIVERSAL, sin intermediarios, transformándose en un activo instrumento de su voluntad divina.
A Kabir le resultaba inconcebible que en el mar los peces tuvieran sed.
En un universo lleno de abundancia para todos, pensado en grande por el SER UNIVERSAL, con un plan divino de vida para cada quien, -por qué no abrir los ojos y así descubrir las inmensas riquezas al alcance de las propias manos, mediante el SERVICIO, asumiendo la respectiva cuota en la realización de la gran obra?
Escuchar la voz de la conciencia permite descubrir la propia identidad, por cuanto ella es una réplica de la del Creador, y en ella se expresa ÉL mediante el lenguaje de los sentimientos de los valores universales. Allí reside la sabiduría y el poder potencialmente infinito, que permiten el usufructo de la riqueza integral que espera por cada quien, aquí y ahora, en el eterno presente.
10. Existen, todavía, seres que nacen espontáneamente?
-“Sí, pero el embrión primitivo existía ya en estado latente. Vosotros sois, todos los días, testigos de éste fenómeno. Los tejidos orgánicos de los seres humanos y de los animales no encierran, quizá, los gérmenes de una multitud de gusanos que esperan para manifestarse la fermentación putrefacta necesaria a su existencia? Es un pequeño mundo que dormita y que se crea.
11. La especie humana se encontraba ya entre los elementos orgánicos contenidos en globo terrestre?
-“Sí, y emergió a su tiempo, lo cual ha hecho decir que el ser humano había sido formado con el barro de la tierra”-.
12. Podemos conocer la época de la aparición del ser humano y la de los demás seres vivientes sobre la tierra?
-“No; todos vuestros cálculos son quimeras”-.
13. Si el embrión de la especie humana se encuentra entre los elementos orgánicos del globo, -por qué no se forman, también ahora, espontáneamente, seres humanos como en su origen?
-“El principio de las cosas se encuentra en los secretos de Dios; todavía se puede suponer que los seres humanos, dispersos que fueron sobre la tierra, hayan absorbido en sí mismos los elementos necesarios a su formación, para transmitirlos según las leyes de la reproducción. Y asimismo puede decirse de las demás especies de seres vivientes”-.
POBLAMIENTO DE LA TIERRA. ADÁN.
14. La especie humana tuvo principio con un solo ser?
-“No. Aquel que vosotros llamáis Adán, no fue ni el primero ni el único ser que pobló la tierra”-.
15. En que época vivió Adán?
-“A un día de aquella que le asignáis: alrededor de 4.000 años antes de nuestra era”-.
El hombre, de quien bajo el nombre de Adán se ha conservado la tradición, fue uno de aquellos que en un país sobrevivió a alguno de los grandes cataclismos que en diversas épocas han afectado la superficie del globo, y se ha convertido el prototipo de un grupo étnico que hoy puebla el planeta. Las leyes de la naturaleza no nos permiten creer que los progresos de la humanidad ocurridos mucho antes de nuestra era, hayan podido realizarse en pocos siglos, si el hombre no estuviese sobre la tierra sino desde la época asignada a la existencia de Adán. Algunos, y con mayor razón, consideran a Adán como un mito o alegoría que personifica la primera edad del mundo.
DIVERSIDAD DE LOS GRUPOS ÉTNICOS
16.  De dónde se originan las diferencias físicas y morales que distinguen los variados grupos étnicos sobre la tierra?
-“Del clima, del género de vida y de las costumbres. Igualmente ocurre con dos hijos de la misma madre, los cuales, educados lejos uno del otro y en modo diferente, no se asemejan para nada en el carácter moral”-.
17. Los seres humanos aparecieron contemporáneamente sobre diversos lugares del globo terráqueo?
-“Sí, y en épocas diversas, de lo cual proviene, también, la variedad de los grupos étnicos. Más tarde, dispersándose debajo de diferentes climas, y mezclándose los grupos étnicos  unos con otros, han formado nuevos tipos”-.
Estas variantes constituyen especies distintas?
-“No, por cuanto todas son de la misma familia: las tantas variedades de un mismo fruto, le impiden, acaso, de pertenecer a la misma especie?”-.
18. Si la especie humana no procede de un solo origen, deben los seres humanos continuar a considerarse como hermanos? 
-“Todos los seres humanos son hermanos en Dios, por cuanto están animados por el Espíritu y tienden al mismo fin. Vosotros queréis tomar, siempre, las palabras literalmente”-.
PLURALIDAD DE MUNDOS HABITADOS
19. Los globos, que se mueven en el espacio, están todos habitados?
-“Sí, y el ser humano de la tierra está lejos de ser, como cree, el primero en inteligencia, en bondad y en perfección. Nada menos, existen personas que se creen grandes, y piensan que sólo este pequeñísimo globo tiene el privilegio de albergar seres con uso de razón. Orgullo y vanidad! Estiman que Dios ha creado el universo únicamente para ellos”-.
Dios ha poblado los mundos de seres vivientes, los cuales concurren todos al intento final de la Providencia. El creer los seres vivientes limitados al solo punto que habitamos nosotros en el universo, sería poner en duda la sabiduría de Dios, quien no ha hecho nada inútil, y por ende ha debido asignar a los mundos una función más grande que el recrearnos la vista. Por otra parte nada, no en la posición, no en el volumen, no en la constitución física de la tierra, puede razonablemente hacer creer que ella sola tenga el privilegio de ser habitada, a exclusión de miles de mundos similares.
20. La constitución de los diferentes globos es la misma en todos?
-“No: en cada uno es diferente”-.
21. Por cuanto la constitución física de los mundos no es idéntica para todos, los seres, que los habitan, -tienen una organización diferente?
-“Sin duda, igual que en vuestro escenario los peces viven en el agua y los pájaros en el aire”-.
22. Los mundos más lejanos del sol, -están, quizás, privados de luz y de calor, por cuanto el gran astro no tiene para ellos sino la apariencia de una estrella?
-“Creéis, vosotros, que no existen otras fuentes de luz y de calor fuera del sol? No contáis para nada la electricidad que en ciertos mundos tiene una función miles de veces más importante que sobre la tierra? Del resto, quién os dice que todos los seres sean de vuestra misma forma y con órganos conformados como los vuestros?”-.
Las condiciones de existencia de los seres que habitan los variados mundos, deben ser apropiados al medio, en el cual son llamados a vivir. Si no hubiésemos jamás visto peces, no podríamos comprender que existan seres capaces de vivir en el agua. Lo mismo ocurre en los otros mundos, los cuales sin duda tienen elementos que nos son ignotos. No vemos, nosotros, sobre la tierra las largas noches de los polos iluminadas por la electricidad de las auroras polares? Cuál es la imposibilidad de que, en algunos mundos, la electricidad sea más abundante que en la tierra, y tenga una acción general cuyos efectos aún nos sean incomprensibles? En consecuencia, aquellos mundos pueden llevar en sí mismos las fuentes de calor y de luz necesarias a sus habitantes.
CONSIDERACIONES Y CONCORDANCIAS BÍBLICAS EN TORNO A LA CREACIÓN
23. Los pueblos se han formado ideas contradictorias en torno a la creación, según el grado de su instrucción. La razón, con la ayuda de la ciencia, ha reconocido la inverosimilitud de muchas teorías. La que han dado los Espíritus confirma la opinión por largo tiempo aceptada por los seres más ilustrados.
La objeción, que puede hacerse a esta teoría, es que contradice el texto  de los libros sagrados; empero, un ponderado examen demuestra como esta contradicción sea más aparente que real, resultando de la interpretación literal de frases que tienen a lo sumo un significado alegórico.
La cuestión sobre el origen de la humanidad, que, según la Biblia, se hace resalir a Adán, como a una única fuente, no es la sola entre las creencias religiosas, a la cual la ciencia nos ha obligado a renunciar. También el movimiento de la tierra pareció en otros tiempos tan contrario al texto bíblico, siendo objeto de grandes persecuciones los doctos que lo afirmaban. Empero, la verdad termina, siempre, por triunfar; la tierra gira a despecho de las excomuniones, y hoy nadie podría poner en duda este movimiento, sin ofender la razón.
Se afirma, también, en la Biblia, que el mundo fue creado en seis días, y se establece la época alrededor de 4.000 años antes de nuestra era. Anteriormente, la tierra no existía: el texto afirma claramente que ella fue creada de la nada; empero, la ciencia positiva, la ciencia de las inexorables deducciones, ha probado lo contrario. La formación del planeta tierra está escrita con caracteres imborrables en el mundo fósil, y está probado que los seis días de la Creación son otros tantos períodos, cada uno de los cuales con la duración de centenares de miles de años.  Y esto no es ya un sistema, una doctrina, una opinión aislada; sino un hecho innegable como aquel del movimiento de la tierra, que la teología no puede dejar de admitir. Estos ejemplos son suficientes para demostrar  en cuantos errores es fácil caer cuando se toman a la letra las expresiones de un lenguaje con frecuencia figurado. Es preciso, quizá, deducir que la Biblia enseña lo falso? No; más bien las personas se han engañado al interpretarla.
La ciencia, escudriñando en las vísceras de la tierra, ha reconocido el orden en el cual los variados seres vivientes han aparecido sobre su superficie, y este orden concuerda con el indicado en la Génesis, con la sola diferencia de que la obra, en vez de haber salido milagrosamente de las manos de Dios en pocas horas, se cumplió, siempre por efecto de su voluntad, pero según la ley de las fuerzas de la naturaleza, en muchos millones de años. Sería por esto, Dios, menos grande y poderoso? Su obra es menos sublime, por cuanto no tiene el mérito de la instantaneidad? No ciertamente: tendría de la Divinidad una idea muy mezquina quien no reconociese la omnipotencia de Dios en sus leyes eternas que Él ha establecido para gobernar los mundos. La ciencia, lejos de empequeñecer la obra de Dios, nos la muestra debajo de un aspecto más grandioso  y más conforme a nuestras nociones de su potencia y de su majestad, por cuanto esta obra se ha cumplido sin derogar las leyes de la naturaleza.
La ciencia, de acuerdo con esto con Moisés, reconoce el ser humano como el último en ser creado en la escala de los seres vivientes: empero Moisés pone el diluvio en el año del mundo 1654, mientras la geología nos enseña que el gran cataclismo fue anterior a la aparición del hombre, por cuanto, hasta hoy, no se ha podido descubrir, en los estratos primitivos, algún vestigio de la presencia ni de él, ni de animales de su misma categoría del lado físico. Esto, empero, no prueba la imposibilidad de la cosa, en cambio varios descubrimientos lo han puesto ya en duda. Es posible, que de un momento a otro se obtenga la certeza material de esta anterioridad de la raza humana y entonces se deberá reconocer, que también sobre esto, como sobre otros puntos, el texto bíblico es figurado. El meollo de la cuestión está en saber si el cataclismo geológico es el mismo del de Noé. Ahora, la duración necesaria a la formación de los estratos fósiles no permite confundirlos, y, encontrar que si hubiese restos de la existencia del hombre antes de la gran catástrofe, quedará demostrado, o que Adán no fue el primer hombre, o que la creación de él se pierde en la noche de los tiempos. En contra de la evidencia no valen razonamientos, y será necesario aceptar este hecho, al igual que el movimiento de la tierra y los seis períodos de la Creación.
La existencia del hombre antes del diluvio geológico es cosa todavía hipotética; empero hipótesis no es cuanto sigue: Admitiendo que el hombre haya aparecido por primera vez sobre la tierra 4000 años antes de nuestra era, si 1654 años después, toda la raza humana ha sido destruida, excepto una sola familia, resulta que el doblamiento de la tierra no data sino de Noé, vale decir desde hace 2.346 antes de nuestra era. Empero, cuando los hebreos emigraron a Egipto en el siglo XVIII -antes de nuestra era-, encontraron este pueblo muy poblado, y ya antes de su civilización. La historia, por otra parte, demuestra que en aquella época las India y otros países eran igualmente florecientes, al silencio de la cronología de algunos pueblos que remontan a épocas de mucho más remotas. Sería, por lo tanto, necesario que del siglo  XXIV al XVII, es decir, en el espacio de 6.000 años, no solamente la posteridad de un solo hombre hubiese poblado las inmensas regiones entonces conocidas, aún admitiendo que las otras no hubiesen existido, sino que en el breve intervalo de tiempo, la humanidad se hubiese elevado de la ignorancia absoluta del estado primitivo al más elevado grado del desarrollo intelectual, lo cual es contrario a todas las leyes de la antropología.
Si se agrega que, a confirmar esta opinión concurre válidamente la diversidad de los grupos étnicos. El clima y las costumbres producen, ciertamente, modificaciones en el carácter físico; pero sabemos hasta donde puede alcanzar la fuerza de estas causas, y el examen fisiológico prueba  que en algunos grupos étnicos existen diferencias constitucionales mucho más profundas de las que puede producir el clima. El cruce de los grupos étnicos produce  los tipos intermedios, y tiende a cancelar, más que resaltar, los caracteres extremos: crea solamente algunas variedades. Empero, en cada caso, por cuanto fuese posible el cruce de los grupos étnicos, era necesario que existiesen grupos étnicos diferentes, y, -cómo explicar la existencia, si se le da un origen común, especialmente poco antiguo? Cómo admitir que en un dado número de cientos de años algunos descendientes de Noé se hayan transformado al punto de producir, por ejemplo, la raza etiópica? Una tal transformación es tanto inadmisible cuanto la hipótesis de un origen común entre un lobo y un cordero, entre el elefante y la pulga, entre el pájaro y el pez. Es preciso decirlo: nada puede prevalecer en contra de la evidencia de los hechos. Todo, en cambio, se explica, admitiendo la existencia del hombre antes de la época que comúnmente se le asigna, reconociendo la diversidad de los orígenes; aceptando a Adán, que habría existido hace 6.000 años, cual poblador de una región todavía deshabitada; viendo el diluvio de Noé como una catástrofe parcial confundida con el cataclismo geológico; teniendo en cuenta, en fin, la forma alegórica propia del estilo oriental, y que se encuentra en los libros sagrados de todos los pueblos. Está claro, por lo tanto, que es poco prudente el juzgar con ligereza, y así señalar como falsas algunas doctrinas, las cuales, como tantas otras, pueden dar, antes o después, un desmentido solemne a quienes las combaten. Las ideas espirituales, antes que perder, conquistan fuerzas y grandeza caminando paralelamente con la ciencia. Es éste el único medio para no mostrar al escepticismo el lado vulnerable.